lunedì 18 maggio 2015

GLI ERRORI PIU' COMUNI

Sono otto
Il sito Libreriamo ha condotto un’indagine per capire quali sono gli errori tipici che maestri e professori si trovano più spesso a correggere.

L’apostrofo viene sbagliato dal 71% degli scriventi e dire che i casi in cui deve essere utilizzato sono piuttosto semplici: 1 – fra articoli determinativi e parole che iniziano con vocale (l’albero, l’edera), 2 – fra articoli indeterminativi e parole femminili (un’amica), 3 – nei casi di troncamento (po’).

Il congiuntivo vede “inciampare” il 69% degli scriventi. Basta ascoltare le interviste televisive a politici e calciatori o anche le notizie lette da qualche mezzobusto per accorgersi che questo modo risulta sconosciuto ai più.

Qual è fa cascare due italiani su tre, precisamente il 65%. È un caso di ipercorrettismo, cioè gli italiani pensano che ci voglia l’apostrofo ma si tratta di un eccezione.

Purtroppo è proprio così fa cascare la metà degli italiani (52%) che scrivono “pultroppo” e “propio”.
La D eufonica mette in crisi il 48% degli scriventi. Ma la regola è abbastanza semplice “ed” e “ad” si usano quando la parola che segue inizia con la stessa vocale (regole ed eccezioni, andiamo ad Amalfi).

Entusiasta è un problema per il 45% delle persone. Al singolare si usa la stessa parola per maschile e femminile, mentre al plurale si usa entusiasti ed entusiaste.

La punteggiatura fa cadere il 42% degli italiani. Punti, virgole, due punti vengono usati casualmente e non rispettando ritmo, sintassi e logica della frase.

Gli e le fanno cascare anche i migliori, specialmente nel parlato. A sbagliare è il 38% degli italiani. Il pronome “gli” si usa con i maschi e le con le femmine.

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