domenica 24 maggio 2015

GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

La strage di Capaci fu un attentato messo in atto da Cosa Nostra in Italia, il 23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci nel territorio comunale di Isola delle Femmine, a pochi chilometri da Palermo.
Nell'attentato persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
 



19 luglio 1992
 La strage di via D'Amelio fu un attentato di stampo terroristico-mafioso avvenuto in Italia il 19 luglio 1992, in via Mariano d'Amelio a Palermo, nel quale persero la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

COME DUE FIGLI. Antonino Caponnetto racconta. 

Il racconto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel pool antimafia di Palermo attraverso la testimonianza commovente del capo del pool antonino caponnetto. L'amicizia, l'affetto e il rispetto verso due magistrati coraggiosi, due servitori dello stato. Il tradimento e lo smembramento del pool su decisione del consiglio superiore della magistratura. Le stragi ordite dallo stato ed eseguite dalla mafia. le ansie, i sospetti e le delusioni di un gruppo di uomini unici che tra mille difficoltà riuscirono in parte a decapitare la cupola mafiosa ma distrutti da poteri ancor più forti della mafia stessa: lo stato italiano.

Mafia

Organizzazione criminosa clandestina che, nata in Sicilia nel secolo XIX sotto il governo borbonico, diffondendosi poi in tutta la nazione (e, con gli emigrati, spec. negli Stati Uniti d'America, ma anche altrove, p.e. in Francia), esercita il controllo su certe attività economiche e su traffici illeciti (p.e. appalti, stupefacenti), condiziona la libertà dei cittadini e il regolare andamento delle funzioni pubbliche; è retta dalla legge dell'omertà e del silenzio e si serve di metodi di intimidazione e di repressione violenta e spietata: il potere della m.; anche con riferimento ad altre organizzazioni criminose: m. cinese 

Il sistema  camorra descritto da Roberto Saviano  

I cento passi

Peppino Impastato
Giuseppe Impastato, meglio noto come Peppino (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978), è stato un giornalista, attivista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività di cosa nostra a seguito delle quali fu assassinato, vittima di un attentato il 9 maggio 1978.

La mamma di Peppino Impastato

Peppino Impastato: la sua voce alla radio Out 

Onda Pazza, Radio Out

Onda Pazza . Radio Aut . La voce di Peppino. "Registrazione Originale"

Il monologo di Peppino Impastato

Peppino Impastato è morto
Nasce a Cinisi il 5 gennaio 1948 da Felicia Bartolotta e Luigi Impastato. Viene assassinato il 9 maggio 1978, qualche giorno prima delle elezioni e qualche giorno dopo l'esposizione di una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio operata da speculatori e gruppi mafiosi: il suo corpo è dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani. Le indagini sono, in un primo tempo orientate sull'ipotesi di un attentato terroristico consumato dallo stesso Impastato, o, in subordine, di un suicidio "eclatante". Il caso giudiziario è stato chiuso e riaperto per ben tre volte, sino ad arrivare all'attuale processo, ancora in corso, nei confronti del boss di Cinisi Gaetano Badalamenti e del suo complice Vito Palazzolo, accusati di essere i mandanti del delitto.

I cento passi - scena finale 

la mafia uccide solo d'estate scena finale 

Pif alle Invasioni barbariche

 

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