venerdì 30 gennaio 2015

EMERGENCY E PAPPAGALLI VERDI

Gino Strada, Pappagalli verdi, Feltrinelli, 1999

Le cronache di un chirurgo di guerra, fondatore di Emergency, l'associazione umanitaria italiana per la cura e la riabilitazione delle vittime di guerra e delle mine antiuomo. In questo libro, Strada mette a nudo le immagini più vivide, talvolta i ricordi più strazianti, le amarezze continue della sua esperienza di medico militante, stretto continuamente tra le politiche ufficiali dell'ONU e dei padroni della guerra e le pratiche del volontariato internazionale.

INTRODUZIONE

Cosa vorresti fare da grande? Quando ero un ragazzino, rispondevo “il musicista” o “lo scrittore”.
Ho finito col fare il chirurgo, il chirurgo di guerra per la precisione. E ho chiuso da tempo con la nostalgia e il rimpianto di non saper suonare uno strumento né scrivere un romanzo.
Così, quando mi è stato proposto questo libro, ho detto semplicemente: “Mi piacerebbe tanto, ma non ne sono capace”.
Se alla fine ho deciso di provarci, comunque, lo devo solo all’ostinazione, e alla pazienza, dell’amico Carlo Feltrinelli, che molto più di me ha creduto degne di essere lette le pagine che seguono.
Non essendo scrittore, ho cercato di percorrere l’unica via possibile, quella della memoria, e lasciare che fatti e persone, pensieri e sensazioni, si trasformassero in parole scritte.
Le piccole storie di questo libro non hanno ordine cronologico, né geografico, né tematico. Sono solo dei flash trascritti come ricordi ritrovati.
Non mi illudo certo di avere partorito un libro di valore.
Spero solo che si rafforzi la convinzione, in coloro che decideranno di leggere queste pagine, che le guerre, tutte le guerre sono un orrore. E che non ci si può voltare dall’altra parte, per non vedere le facce di quanti soffrono in silenzio.
                                                                                                  Gino Strada
Pappagalli verdi: mine giocattolo


Emergency
Emergency
Logo dell'organizzazione

Tipo ONG
Fondazione 1994
Fondatore Gino Strada, Teresa Sarti, Carlo Garbagnati
Scopo sanitario, culturale
Sede centrale Italia Milano
Area di azione Afghanistan Afghanistan
Iraq Iraq
Italia Italia
Rep. Centrafricana Rep. Centrafricana
Sierra Leone Sierra Leone
Sudan Sudan
Presidente Italia Cecilia Strada
Sito web
           Emergency è un'associazione umanitaria italiana, fondata il 15 maggio 1994 a Milano da Gino Strada e dalla moglie Teresa Sarti, insieme a Carlo Garbagnati. Essa ha ottenuto il riconoscimento giuridico di organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS) nel 1998 e di organizzazione non governativa (ONG) nel 1999. Dal 2006, Emergency è partner ufficiale del Dipartimento della Pubblica Informazione dell'ONU.
           Obiettivi di Emergency sono offrire cure mediche e chirurgiche gratuite e di alta qualità alle vittime della guerra e della povertà e promuovere una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Nata per fornire soccorso chirurgico nei paesi in guerra, l'associazione ha nel tempo esteso il raggio delle sue attività alla cura delle vittime della povertà in paesi in cui non esistono strutture sanitarie gratuite. Dal 2005 Emergency opera anche in Italia, per garantire a tutti il rispetto del diritto a essere curati sancito anche dalla Costituzione. Anche grazie al coordinamento e all'attività dei volontari sul territorio, l'associazione promuove attivamente i valori di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.
           Attuale presidente della ONG è Cecilia Strada, figlia di Gino Strada e Teresa Sarti, chiamata a ricoprire la carica dopo la morte della madre, avvenuta il 1º settembre 2009,che era stata presidente di Emergency dalla sua fondazione. Alessandro Bertani ricopre la carica di vicepresidente.
          Programmi in corso
Afghanistan
Emergency è presente in Afghanistan con 3 centri chirurgici (a Kabul, Anabah e Lashkar Gah), un centro di maternità (ad Anabah) e una rete di 30 Posti di primo soccorso e Centri sanitari collegati ai suoi ospedali. Inoltre, Emergency garantisce assistenza medica ai detenuti delle principali carceri della capitale Kabul.
Iraq
In Iraq, Emergency gestisce un Centro di produzione protesi, riabilitazione e reintegrazione sociale a Sulaymaniyya (Kurdistan iracheno), aperto nel 1998. Inoltre, organizza dei corsi di formazione professionale per i pazienti e li aiuta nell'avvio di botteghe e piccole cooperative artigiane.
Italia
In Italia, Emergency gestisce 3 poliambulatori e 2 ambulatori mobili. Nel 2006 Emergency ha aperto in Sicilia, a Palermo, un Poliambulatorio per garantire assistenza sanitaria gratuita ai migranti, con o senza permesso di soggiorno, e a tutti coloro che ne abbiano bisogno. Un secondo Poliambulatorio ha iniziato le attività a Marghera, in provincia di Venezia, il 2 dicembre 2010. A metà dicembre 2012 Emergency ha aperto a Sassari uno sportello di orientamento socio-sanitario. Due ambulatori mobili portano assistenza sanitaria dove più c'è bisogno. Il 15 luglio 2013 ha aperto il Poliambulatorio di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, situato in un palazzo confiscato alla 'ndrangheta. Prossimamente[non chiaro] aprirà il Poliambulatorio di Napoli.
Repubblica Centrafricana
In Repubblica Centrafricana, Emergency dal 2009 gestisce un Centro pediatrico nella capitale Bangui; dal 2013 inoltre è attivo un team per la chirurgia di guerra e di emergenza, che ha riattivato le sale operatorie dell'ospedale pediatrico cittadino.
     
ECC. ECC.
VIDEO 

Gino Strada e la guerra: "La più grande vergogna del genere umano" HD

Gino Strada sulla fame nel mondo (2007)

Emergency - Gino Strada - Il mondo che vogliamo - (Oltre le solite storie) 

Crediamo nella eguaglianza di tutti gli esseri umani a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla razza, dalla appartenenza etnica, politica, religiosa, dalla loro condizione sociale ed economica.Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati. Vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un'equa distribuzione delle risorse. Vogliamo un mondo in cui i governi garantiscano l'eguaglianza di base di tutti i membri della società, il diritto a cure mediche di elevata qualità e gratuite, il diritto a una istruzione pubblica che sviluppi la persona umana e ne arricchisca le conoscenze, il diritto a una libera informazione. Nel nostro Paese assistiamo invece, da molti anni, alla progressiva e sistematica demolizione di ogni principio di convivenza civile. Una gravissima deriva di barbarie è davanti ai nostri occhi. In nome delle "alleanze internazionali", la classe politica italiana ha scelto la guerra e l'aggressione di altri Paesi.In nome della "libertà", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro i propri cittadini costruendo un sistema di privilegi, basato sull'esclusione e sulla discriminazione, un sistema di arrogante prevaricazione, di ordinaria corruzione. In nome della "sicurezza", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro chi è venuto in Italia per sopravvivere, incitando all'odio e al razzismo. È questa una democrazia? Solo perché include tecniche elettorali di rappresentatività? Basta che in un Paese si voti perché lo si possa definire "democratico"? Noi consideriamo democratico un sistema politico che lavori per il bene comune privilegiando nel proprio agire i bisogni dei meno abbienti e dei gruppi sociali più deboli, per migliorarne le condizioni di vita, perché si possa essere una società di cittadini.
È questo il mondo che vogliamo. Per noi, per tutti noi. Un mondo di eguaglianza.
Emergency

VEDI IL FILM

Viaggio a Kandahar

giovedì 29 gennaio 2015

SIAMO SALITI SU UNA COMETA

Lo straordinario racconto di uno scienziato

per far arrivare  una sonda piena di strumenti su una cometa
e cercare di scoprire  se le comete hanno portato
la vita nel sistema solare
La sonda Rosetta era grande 3  X 2 X 2  metri
Prendiamo appunti
Ha avuto successo l'impresa? Sì, ma si sapranno tante informazioni tra un po' di tempo
Scopriama che la mini-sonda Philae ha rimbalzato due volte sulla cometa. Che ansia per gli scienziati!
La media di San Gregorio  è venuta a sentire con noi
Il trapano di Philae era stato provato in cima all'Etna
L'dea di andare su una cometa è degli anni 1970
Queste sono le foto della cometa fatte dalla sonda Rosetta che è rimasta in orbita
Le nostre domande - Quanto è costata l'impresa? 1 miliardo e 300 milioni: 4 euro per ogni abitante europeo; qualche caffè!
Rosetta e Philae torneranno indietro? No, costerebbe troppo. Manderanno però preziosissini dati.
Una mattina davvero speciale

martedì 27 gennaio 2015

ONU

ONU
L'Organizzazione delle Nazioni Unite (in inglese United Nations) spesso abbreviata in Nazioni Unite, nata il 24 ottobre 1945 a San Francisco, è la più importante ed estesa organizzazione intergovernativa: vi aderiscono infatti 193 stati su un totale di 204.

Oggi ne fanno parte 193 paesi ovvero tutti gli Stati indipendenti del nostro pianeta tranne il Vaticano.




Stemma dell'ONU.

Scopi e principi

L'articolo 1 e 2 dello Statuto delle Nazioni Unite riassumono gli scopi e i principi che l'organizzazione internazionale si è prefissata:

  1. mantenere la pace e la sicurezza internazionale;
  2. promuovere la soluzione delle controversie internazionali e risolvere pacificamente le situazioni che potrebbero portare ad una rottura della pace;
  3. sviluppare le relazioni amichevoli tra le nazioni sulla base del rispetto del principio di uguaglianza tra gli Stati e l'autodeterminazione dei popoli;
  4. promuovere la cooperazione economica e sociale;
  5. promuovere il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a vantaggio di tutti gli individui;
  6. promuovere il disarmo e la disciplina degli armamenti;
  7. promuovere il rispetto per il diritto internazionale e incoraggiarne lo sviluppo progressivo e la sua codificazione.

Organi principali

L'articolo 7 (capitolo III) dello Statuto delle Nazioni Unite istituisce sei organi principali indispensabili per il funzionamento e il governo dell'organizzazione; accanto a questi esistono una serie di agenzie, fondi, commissioni e programmi che fanno parte del "sistema dei caschi blu".

I caschi blu
 
Denominazione (dal colore dell'elmetto) con cui vengono comunemente designate le forze armate dell'ONU. Tali forze, composte da militari messi a disposizione dai paesi membri, ma operanti sotto le insegne dell'ONU, sono costituite per ogni singolo intervento per decisione del Consiglio di Sicurezza e poste sotto la guida del segretario generale. I caschi blu possono avere compiti di semplice osservazione e controllo, oppure essere incaricati di attuare "ogni azione che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale" (art. 42 della Carta dell'ONU). 

Cosa fanno i caschi blu?

Sono come i poliziotti inglesi di una volta, che erano armati solo di un manganello e di un fischietto. I Caschi blu, che agiscono nel quadro di operazioni di peacekeeping, hanno un ruolo radicalmente diverso da quello di un esercito vero e proprio. Operano solo con il consenso dello Stato sul cui territorio sono dislocate. Sono armati solo di armi leggere e possono usare la forza non per imporre coercitivamente la volontà dell'Onu ad un governo recalcitrante, ma solo per legittima difesa: se attaccati possono rispondere al fuoco, sia pure in modo circoscritto.

  
                                                       video 
               tutti obbediscono all'ONU? 

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                                                           CRITICHE ALL'OPERATO DELL'ONU



domenica 25 gennaio 2015

CESARE BECCARIA

Milano, 1738 -  1794
Vita di Cesare Beccaria
Cesare Beccaria nacque a Milano nel 1738. Studiò a Parma, poi a Pavia dove si laureò nel 1758.
Nel 1760, contro la volontà del padre, rinunciando ai suoi diritti di primogenitura, sposò la sedicenne Teresa Blasco, dalla quale ebbe quattro figli: Giulia Beccaria (1762-1841) - madre di Alessandro Manzoni- , Maria Beccaria, nata con gravi problemi neurologici e morta giovane, Giovanni Annibale e  Margherita, morti entrambi appena nati.
Il padre lo cacciò di casa dopo il matrimonio, e dovette essere ospitato da Pietro Verri, che lo mantenne anche economicamente per un periodo. Teresa morì il 14 marzo 1774, a causa della sifilide o della tubercolosi. Beccaria,  sposò poi in seconde nozze  Anna Barbò con la quale ebbe un altro figlio, Giulio Beccaria.


Dei delitti e delle pene (1764)
Dei delitti e delle pene è un breve saggio scritto dall'illuminista italiano Cesare Beccaria pubblicato nel 1764.
È senz'altro il testo più noto dell'Illuminismo italiano se si considera la sua fortuna in Italia e in Europa e la sua influenza sui pensatori cronologicamente successivi.
In questo breve trattato Beccaria si pone con spirito illuminista delle domande circa le modalità di accertamento dei delitti e circa le pene allora in uso.


L'opera, stampata per la prima volta a Livorno, incontrò un notevole successo ed ebbe vasta eco in tutta Europa. Fu apprezzata nella Milano illuminista, fu vista come il prodotto dell'attività innovatrice in Francia (dove incontrò l'apprezzamento entusiastico dei filosofi dell'Encyclopédie, di Voltaire e dei philosophes più prestigiosi che lo tradussero con le note di Denis Diderot e lo considerarono come un vero e proprio capolavoro), e messa subito in pratica dalla zarina Caterina II di Russia. L'opera fu scritta in francese, poiché in questo periodo era forte l'egemonia della Francia e le persone di cultura parlavano e scrivevano in francese con naturalezza, anche se di diversa nazionalità.
Thomas Jefferson e i padri fondatori degli Stati Uniti d'America, che la lessero direttamente in italiano.
Sull'onda del successo di questa proposta di riforma giudiziaria, la pena di morte fu abolita per la prima volta nel Granducato di Toscana, il 30 novembre 1786.
Nel 1766 il libro viene incluso nell'indice dei libri proibiti a causa della sua distinzione tra reato e peccato:  Beccaria affermava che il reato è un danno alla società e quindi all’utilità comune che si esprime come idea nata dal rapporto fra uomini, dall'urto delle opposizioni delle passioni e degli interessi; il peccato invece, si costituisce come un reato che l'uomo compie nei confronti di Dio, che quindi può essere giudicabile e condannabile solo dallo stesso.

Problemi affrontati
1) la proporzione della pena. Ogni pena deve essere rapportata al delitto; non si possono punire l'omicidio e un reato minore con la stessa pena: se ne dedurrebbe una perdita di coscienza di quale fra i due reati sia il peggiore, e si esorterebbe il reo a macchiarsi del più grave dei due, specie a parità di castigo.

2) la certezza e la velocità della pena, più che la gravità della punizione,  esercitano un ruolo preventivo dei reati.
 
3) Si pone poi il problema della prescrizione dei reati e della brevità dei processi.

4) Gli elementi più importanti dell'opera sono la critica alla pena di morte e alla tortura.
Tra le tesi che egli avanza contro la pena capitale vi è il fatto che lo Stato, per punire un delitto, ne compierebbe uno a sua volta.

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PENA DI MORTE E TORTURA NEL MONDO


Negli ultimi decenni molti Stati l'hanno abolita. Amnesty International distingue quattro categorie di Stati:

  • in 40 Stati al mondo la pena di morte è ancora prevista dal codice penale ed utilizzata (colore rosso);
  • 48 Stati mantengono la pena di morte anche per reati comuni ma di fatto non ne hanno fatto uso per almeno 10 anni (colore arancione);
  • in 7 Stati è in vigore ma solo limitatamente a reati commessi in situazioni eccezionali, ad esempio in tempo di guerra (colore giallo);
  • 100 Stati l'hanno abolita completamente (colore blu).
La pena di morte nel mondo:
██ Utilizzata come forma di punizione legale;

██ Non utilizzata ma non abolita;

██ Riservata a circostanze eccezionali (come crimini commessi in tempo di guerra);

██ Abolita per tutti i crimini.


Metodi di tortura nel mondo

A partire dal 2013, secondo le ricerche di Amnesty International sono stati utilizzati almeno 27 metodi di tortura, in alcuni casi in singole circostanze, in altri sistematicamente.
1. Pestaggi (calci, pugni e percosse con manganelli, calci dei fucili, tubi di gomma, mazze da baseball e bastoni stordenti) 
2. Scariche elettriche 
3. Frustate 
4. Finte esecuzioni 
5. Posizionamento di aghi sotto le unghie 
6. Bruciature con sigarette 
7. Ingerimento di acqua sporca, urina o sostanze chimiche 
8. Privazione del sonno 
9. Somministrazione forzata di droghe
10. Obbligo di radersi per i prigionieri di fede musulmana 
11. Getti di acqua gelida o bollente 
12. Fori di trapano sulle articolazioni 
13. Stupro e minaccia di stupro
14. Umiliazioni
15. Minacce di violenza contro il prigioniero o i suoi familiari
16. Privazione di acqua e cibo
17. Sottoposizione a temperature estreme (caldo/freddo) per lunghi periodi di tempo
18. Diniego di cure mediche
19. Applicazione di plastica fusa sulla schiena
20. Obbligo di rimanere in posizioni che provocanodolore
21- Isolamento prolungato
 22 - Soffocamento e semiannegamento ("wateboarding")
23 - Deprivazione sensoriale
24 - Condizioni disumane di detenzione
25 - Feritecon coltelli
26 - Aborto forzato o sterilizzazione forzata


VIDEO

Storia della colonna infame, piazza Vetra ed il patibolo 

La storia della colonna infame una delle pagine più tristi della storia di Milano. Raccontata da Alessandro Manzoni che descriverà l'ingiustizia di una confessione estorta con la tortura. A Milano, in piazza Vetra era collocato il patibolo rimosso solo nel 1814.

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Dichiarazione universale dei diritti umani

La Dichiarazione universale dei diritti umani è un documento sui diritti individuali, firmato a Parigi il 10 dicembre 1948, la cui redazione fu promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri.

Documento storico molto importante prodotto dagli Alleati sull'onda dell'indignazione per le atrocità commesse nella Seconda guerra mondiale, la Dichiarazione fa parte dei documenti di base delle Nazioni Unite insieme al suo stesso Statuto del 1945.
Secondo gli Stati membri non democratici dell'ONU,la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani non è vincolante per gli Stati membri dell'organizzazione. Tuttavia ai diritti ed alle libertà in essa riconosciuti va attribuito un valore giuridico autonomo nell'ambito della comunità internazionale, dal momento che sono ormai considerati dalla gran parte delle nazioni civili.
La Dichiarazione dei Diritti Umani è un codice etico di importanza storica fondamentale: è stato infatti il primo documento a sancire universalmente (cioè in ogni epoca storica e in ogni parte del mondo) i diritti che spettano all'essere umano.
La dichiarazione è frutto di una elaborazione umana centenaria, che parte dai primi principi etici classico-europei e arriva fino al Bill of Rights (1689), alla Dichiarazione d'Indipendenza statunitense (4 luglio 1776), ma soprattutto la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino stesa nel 1789 durante la Rivoluzione Francese, i cui elementi di fondo (i diritti civili e politici dell'individuo) sono confluiti in larga misura in questa carta.

Un ruolo fondamentale per sbloccare quella coscienza etica che è alla base della Dichiarazione,con questa,hanno ricoperto i milioni di morti della Seconda guerra mondiale.

 
Mrs. Eleanor Roosevelt presenta la Dichiarazione (1948)