Molte persone soffrono di paure irrazionali e incontrollate che condizionano la vita: le fobie. Si calcola che ne soffra una persona su quattro. Un sito web americano, Phobialist, passa in rassegna 500 diversi tipi di paure incontrollabili verso oggetti o situazioni specifiche. Tra le più comuni, l’aracnofobia, o paura dei ragni, e l’ofidiofobia, la repulsione per i serpenti e tutto quello che striscia. Molte persone soffrono per la paura degli aereoplani, del buio e per la vertigine che coglie guardare verso il basso da altezze notevoli (l’acrofobia).
Infine,
molto diffuse sono due fobie opposte, la claustrofobia, il terrore di
essere rinchiusi in spazi troppo ristretti e l’ agorafobia, il timore
degli spazi aperti. Di quest’ultima soffriva anche lo scrittore Alessandro Manzoni
che evitava di attraversare le piazze, facendo, invece, un lungo giro lungo i
muri. La cura delle fobie richiede terapie complesse che “tocchino”
i nuclei più profondi della personalità e dell’esperienza.
claustrofobia |
Rupofobia
o misofobia
Dal greco rùpos "sporcizia" / dal greco mysos "sozzura" + dal greco fobìa "paura" o misofobia
Si tratta di una fobia molto diffusa e causa d’intense sofferenze per chi n’è affetto. Il paziente, pur percependo l’assurdità dei suoi timori, è succube dell’irrazionale paura che tutto ciò che lo circonda sia sporco e lo possa contaminare.
E’ facile comprendere la drammaticità di questa fobia che costringe il paziente affetto a condurre la propria vita immerso in una atmosfera di “stato d’assedio”, circondato da mille precauzioni, da faticosi tentativi atti a scongiurare situazioni pericolose, da mille controlli sulla propria igiene di ciò che lo circonda.
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