Accetta di
parlare soltanto perché ha sofferto troppo. E non vuole che altre donne possano
subire la stessa tortura. Di quel giorno ricorda tutto. “Avevo soltanto 7 anni,
ma dentro di me rivivo ogni istante: il dolore, le urla, le lacrime, il sangue
dappertutto”. Doveva essere un giorno di festa, almeno secondo la tradizione, invece
quel giorno è diventato quello che ha trasformato la sua giovinezza in un
inferno. Quel giorno Hamdi Abdurahman Ahmed, somala di 30 anni, ha subito la
mutilazione dei genitali. “Ero al mio villaggio, Afogoye, nella stanza di mia
madre. In casa mia c’erano i miei familiari, mia zia mi teneva ferme le spalle
mentre un’anziana signora mi faceva l’anestesia”. Poi il taglio: “Hanno usato
un piccolo rasoio affilato da entrambe le estremità”. Un taglio netto, rapido e
lacerante. “Non riuscivo a smettere di urlare dal dolore e dallo spavento, ero
soltanto una bambina”.
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