I trenta anni di Rehman General Manager
I trenta anni di Arlene fisioterapista
Oggi
è il mio trentesimo compleanno e lo festeggio nel mio Hotel “King
Palace” che è a Jaipur, nel Rajasthan, in India del nord, vicino
alla capitale Nuova Delhi. Questo
Hotel è stato fatto costruire da mio papà quando avevo sette anni,
adesso lavoro qui nel ruolo di GM che significa General Manager.
Come
regalo di compleanno, ho ricevuto quattro biglietti per andare a
visitare New York in America. Così
il giorno seguente, alle 10:30 di mattino, tutti e quattro, io, mia
moglie, i miei figli Amira e Mahir, andiamo all'aereoporto. Arriviamo
a New York alle 6 di sera.
La
mattina seguente andiamo a visitare tutte le cose attraenti e
interessanti di questa città, per ultimo anche l'Apple Store dove
abbiamo comperato 4 I Phone 10, uun I Pad Air 3D Smart 3 e un I Phone
11Z Oro, quello nuovo trasparente di vetro.
Oltre
al mio lavoro di General Manager, svolgo anche l'attività di
famiglia, il gioielliere come mio padre a mio nonno prima di me.
Il
terzo giorno di vacanza ricevo la chiamata di un cliente che vuole
acquistare: due collane di rubini, due paia di orecchini d'oro con
diamanti e dieci fili di zircone colorato. Essendo
questo un cliente molto importante ho deciso di ritornare in Italia
prima del tempo dove ho cercato di procurarmi dal mio fornitore di
fiducia la merce richiesta dal cliente che, contento, l'ha acquistata
e mi ha fatto guadagnare.
Secondo
me sarebbe meglio non diventare grandi, ma restare ragazzi perché da giovani ci si diverte molto, mentre da grandi si deve
lavorare seriamente per poter mantenere la famiglia. Si
comincia ad avere responsabilità già durante gli anni di studio
quando bisogna fare molti esami per diplomarsi e poi laurearsi.
E sì, sono passati proprio 17 anni da
quando scrissi quel testo in terza media nel quale dovevo scrivere cos'avrei
fatto a 30 anni.
Bhè, oggi 1 ottobre 2031, parto con
mia figlia Erika, di soli 18 mesi, verso la mia città natale. Da Lugano a
Milano saranno circa due ore, o anche di meno. Mia figlia, una
piccola bimba paffutella, con degli occhi color azzurro, come l'acqua, con un
nasino a patata e con i riccioli biondi, sembra proprio una bambolina, ma la cosa
più carina che ha sono le sue guance, morbide e rosse. L'ho concepita proprio due anni fa,
dopo i mondiali di nuoto a Roma nel 2028, dove arrivai prima nel 100 rana,
portandomi a casa la medaglia d'oro, e seconda nei 200 rana, con la medaglia
d'argento. Del padre non
ho notizie: mi ha mollata dopo che ho partorito Erika perché non voleva figli e
perché per lui era troppo presto diventare padre.
La mia carriera agonistica è finita dopo i
mondiali, cioè all'età di 28 anni, l'età media di un nuotatore, anche se devo
dire che la mia "vita sportiva" è stata molto attiva, piena di
momenti alti, cioè di momenti in cui vincevo sempre, e di momenti bassi, in cui
non riuscivo a migliorare i miei risultati. Qui, a Lugano, faccio la fisioterapista, il lavoro che
ho sempre sognato da piccola, che ora si è avverato. Questo lavoro mi impegna
troppo, ma anche con questo riesco a prestare attenzione al mio piccolo
fiorellino.
Finalmente sono riuscita a trovare una
settimana di vacanza e quindi mi è venuta subito l'idea di ritornare a Milano.
Non vedo l'ora di rivedere i
miei parenti, i miei amici e soprattutto la mia piscina, dove mi sono allenata
con impegno per tanti anni per poi ottenere risultati importanti. Inoltre, manca poco al 60° compleanno
di mia madre, meno di cinque giorni, e sono molto felice di festeggiarlo anche
con Erika.
Non vedo l'ora di mettermi al volante e di
arrivare a casa, così potrò riabbracciare i miei genitori.
Uh guarda, Erika si è svegliata... è ora di
partire.
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