Sui giornali
Il premio Nobel per la Pace 2014 è stato assegnato a Malala Yousafzai - l’adolescente pakistana attaccata dai talebani nel 2012 per le sue note campagne per il diritto allo studio delle bambine - e all’attivista indiano Kailash Satyarthi.
Nobel per la Pace a Malala e a Satyarti su Corriere della sera
I talebani minacciano Malala su Il fatto quotidiano
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Malala commenta
Malala e Sartyathi win 2014 Nobel Price
Malala's story -BBC
La storia di Malala in un libro
La giornalista Viviana Mazza racconta la vicenda a lieto fine di Malala Yousafzai, la ragazza pachistana che nel 2011 rischiò la vita a causa della sua lotta per i diritti delle donne
Nel
2009 Malala Yousafzai, una ragazza pachistana di 11 anni, ora nella
lista delle 100 persone più influenti del 2013 secondo la rivista Time,
inizia a tenere un diario per la BBC, in cui racconta la sua
quotidianità e le ingiustizie subite in un regime che si oppone ai
diritti delle
donne. Per la sua lotta per il diritto allo studio delle bambine viene
ferita da un colpo di pistola alla testa, sul pullman che la riporta a
casa da scuola, per mano dei talebani.
Curata
in Gran Bretagna è diventata un simbolo e la sua storia ha fatto il
giro del mondo. Personalità politiche e protagonisti del mondo dello
spettacolo le hanno espresso il loro appoggio: Angelina Jolie ha donato
200.000 dollari e ha intitolato a Malala un fondo per lo studio di
giovani ragazze indigenti e Madonna si è esibita in concerto con il nome
Malala scritto sul corpo.
Il
12 luglio 2013, giorno del suo sedicesimo compleanno, Malala è stata
invitata a tenere un discorso all’ONU sulla sua storia, testimonianza
dell’importanza dell’educazione come strumento dell’emancipazione
femminile e di una società più libera e giusta. Candidata al premio
Nobel per la pace dal partito laburista norvegese e appoggiata
dall’organizzazione internazionale Change.org, Malala è un esempio di
coraggio per tutte le bambine del mondo. La storia di Malala ora viene
raccontata da Viviana Mazza, corrispondente agli esteri per il Corriere
della Sera, che dà voce a questa bellissima vicenda, un racconto
semplice e appassionante.
Editore: Mondadori
Autore: Viviana Mazza
Pagine: 112
Prezzo: 14,90 euro
-Tutti i paesi del mondo (eccetto Somalia e Stati Uniti) hanno ratificato questa Convenzione.
-La Convenzione è stata ratificata dall'Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176.
-Oggi aderiscono alla Convenzione 193 Stati.
-La Convenzione è composta da 54 articoli.
-La Convenzione è uno strumento giuridico e un riferimento a ogni sforzo compiuto in cinquant'anni di difesa dei diritti dei bambini.
La creazione della convenzione è ricordato ogni anno, il 20 novembre, con la commemorazione della Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Gli articoli della Convenzione possono essere raggruppati in quattro categorie in base ai principi guida che informano tutta la Convenzione.
I quattro principi fondamentali della Convenzione sono:
Autore: Viviana Mazza
Pagine: 112
Prezzo: 14,90 euro
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Convenzione internazionale
dei diritti dell'infanzia
La Convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia fu approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989.
Essa esprime un consenso su quali sono gli obblighi degli Stati e della comunità internazionale nei confronti dell'infanzia:
-Tutti i paesi del mondo (eccetto Somalia e Stati Uniti) hanno ratificato questa Convenzione.
-La Convenzione è stata ratificata dall'Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176.
-Oggi aderiscono alla Convenzione 193 Stati.
-La Convenzione è composta da 54 articoli.
-La Convenzione è uno strumento giuridico e un riferimento a ogni sforzo compiuto in cinquant'anni di difesa dei diritti dei bambini.
La creazione della convenzione è ricordato ogni anno, il 20 novembre, con la commemorazione della Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
La Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia è stato il
primo strumento di tutela internazionale a sancire nel proprio testo le
diverse tipologie di diritti umani: civili, culturali, economici,
politici e sociali, nonché quelli concernenti il diritto internazionale
umanitario.
Il testo contiene anche articoli rivolti alla protezione contro l'abuso e lo sfruttamento e si impegna a far sì che il bambino faccia valere il proprio pensiero.
Il primo articolo con cui si apre il Documento recita «ai sensi della presente Convenzione si intende per bambino ogni essere umano avente un'età inferiore ai 18 anni» e prosegue mettendo in luce dibattiti e compromessi riguardo alla protezione del bambino prima della nascita.
Il testo contiene anche articoli rivolti alla protezione contro l'abuso e lo sfruttamento e si impegna a far sì che il bambino faccia valere il proprio pensiero.
Il primo articolo con cui si apre il Documento recita «ai sensi della presente Convenzione si intende per bambino ogni essere umano avente un'età inferiore ai 18 anni» e prosegue mettendo in luce dibattiti e compromessi riguardo alla protezione del bambino prima della nascita.
Gli articoli della Convenzione possono essere raggruppati in quattro categorie in base ai principi guida che informano tutta la Convenzione.
I quattro principi fondamentali della Convenzione sono:
- Principio di non discriminazione: sancito all'art. 2, impegna gli Stati parti ad assicurare i diritti sanciti a tutti i minori, senza distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione del bambino e dei genitori;
- Superiore interesse del bambino: sancito dall'art. 3, prevede che in ogni decisione, azione legislativa, provvedimento giuridico, iniziativa pubblica o privata di assistenza sociale, l'interesse superiore del bambino deve essere una considerazione preminente;
- Diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo: sancito dall'art. 6, prevede il riconoscimento da parte degli Stati membri del diritto alla vita del bambino e l'impegno ad assicurarne, con tutte le misure possibili, la sopravvivenza e lo sviluppo;
- Ascolto delle opinioni del bambino: sancito dall'art. 12, prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i procedimenti che li riguardano, soprattutto in ambito legale. L'attuazione del principio comporta il dovere, per gli adulti, di ascoltare il bambino capace di discernimento e di tenerne in adeguata considerazione le opinioni. Tuttavia, ciò non significa che i bambini possano dire ai propri genitori che cosa devono fare. La Convenzione pone in relazione l'ascolto delle opinioni del bambino al livello di maturità e alla capacità di comprensione raggiunta in base all'età.
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