Un'altra città
di Ippolito
Un giorno una parte della catena montuosa di spazzatura che circondava la città franò aprendo così un collegamento con un'altra metropoli a est di Leonia che era tutt’altro che simile ad essa: i lampioni avevano solo lampadine fulminate o rotte, al centro della piazza principale vi era una fontana con acqua verde e melmosa e pezzi di cartone che galleggiavano, le strade erano disseminate di sacchi dell’ immondizia con la quale a volte ci si coprivano le buche, le automobili erano vecchie e ammaccate ovunque e le ruote erano sgonfie, i marciapiedi erano colme di vetri rotti e lattine schiacciate. La città era disabitata a parte per i topi e qualche scarafaggio.
di Ippolito
Un giorno una parte della catena montuosa di spazzatura che circondava la città franò aprendo così un collegamento con un'altra metropoli a est di Leonia che era tutt’altro che simile ad essa: i lampioni avevano solo lampadine fulminate o rotte, al centro della piazza principale vi era una fontana con acqua verde e melmosa e pezzi di cartone che galleggiavano, le strade erano disseminate di sacchi dell’ immondizia con la quale a volte ci si coprivano le buche, le automobili erano vecchie e ammaccate ovunque e le ruote erano sgonfie, i marciapiedi erano colme di vetri rotti e lattine schiacciate. La città era disabitata a parte per i topi e qualche scarafaggio.
Gli abitanti di Leonia, nonostante la frana
che aveva rovinato alcuni edifici circostanti, non persero l’abitudine di
buttare tutto e decisero che, non potendo ripulire la città che avevano
scoperto, l’avrebbero trasformata in un’enorme discarica a cielo aperto.
Leonia sfuggì un'altra volta alla sua
scomparsa sotto il pattume ma con l’aumento della spazzatura e il rischio
sempre costante di annegare in un oceano di monnezza, la grande metropoli di
Leonia un giorno potrebbe scomparire definitivamente.
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