audilibro |
di Jacopo
(ho ascoltato l'audiolibro e intanto seguivo il testo scritto)
IDENTIKIT
Titolo:
“L’amico ritrovato”
Autore:
Fred Uhlman
Casa
editrice: Ugo Guanda- Feltrinelli
Stampa:
Bergamo
DESCRIZIONE DI UN PERSONAGGIO
(Hans
che osserva Konradin- pag 16)
Seguivo affascinato ogni suo gesto: il
modo in cui apriva la cartella tirata a lucido, quello in cui disponeva con le
dita bianche e perfettamente pulite (così diverse dalle mie, che erano tozze,
goffe e perennemente macchiate d’inchiostro) la penna stilografica e le matite
dalla punta acuminata come quella di una freccia, il movimento con cui apriva e
chiudeva il quaderno. Tutto in lui risvegliava la mia curiosità: la cura con
cui sceglieva la matita, la posizione in cui stava seduto – tanto eretto da far
pensare che fosse sul punto di alzarsi per impartire un ordine a un esercito
invisibile -, la mano che passava sui capelli biondi… Studiavo il suo volto
fiero, dai tratti finemente cesellati e sono certo che nessun innamorato guardo
mai Elena di Troia con altrettanta intensità, né fu più conscio della sua
inferiorità.
DESCRIZIONE
DI UN LUOGO
(Il liceo,
pag.11-12)
Ero
al Karl Alexander Gymnasium di Stoccarda, il liceo più famoso del Wurttemberg,
fondato nel 1521, l’anno in cui Lutero comparve davanti a Carlo V, imperatore
del Sacro Romano Impero e re di Spagna.
Ricordo
ogni particolare: l’aula scolastica, con le panche e i banchi massicci, l’odore
acre, muschioso di quaranta pesanti cappotti invernali, le pozze di neve
disciolta, i contorni bruno- giallastri sulle pareti grigie in corrispondenza
del punto in cui, prima della rivoluzione erano appesi i ritratti del Kaiser
Guglielmo e del re del Wurttemberg.
UN DIALOGO
(Tra il nuovo
professore di storia Herr Pompetzki e Hans Schwarz, pag.80)
Pompetzki mi squadrò. “Perché hai
aggredito Bollacher?” mi chiese.
“Perché mi ha insultato” risposi,
tremando per la rabbia e la tensione.
“Davvero? E cosa ti ha detto?” si
informò Pompetzki in tono mellifluo.
“Mi ha detto di tornare in Palestina.”
“Ah, capisco,” commentò il professore
con un sorriso. “Ma non si tratta di un insulto, caro Schwarz! E’ un buon
consiglio, un consiglio d’amico. E adesso sedetevi, tutti e due. Se volete
prendervi a pugni, fatelo pure, ma fuori di qui. E tu, Bollacher, ricorda che
devi essere paziente. Presto tutti i nostri problemi saranno risolti. E adesso
torniamo alla nostra lezione di storia.”
INCIPIT
Entrò
nella mia vita nel febbraio del 1932 per non uscirne più. Da allora è passato
più di un quarto di secolo, più di novemila giorni tediosi e senza scopo, che
l’assenza della speranza ha reso tutti ugualmente vuoti – giorni e anni, molti
dei quali morti come le foglie secche su un albero inaridito.
ULTIME
RIGHE
Afferrai l’opuscolo con l’intenzione di
stracciarlo ma, all’ultimo momento, mi trattenni. Facendomi forza, quasi
tremando, lo aprii alla lettera H e lessi.
“VON HOHENFELS, Konradin, implicato nel
complotto per uccidere Hitler. Giustiziato.”
VALUTAZIONE
ANALITICA
Il libro parla
della amicizia tra due sedicenni, un tema che mi interessa molto. Hans e
Konradin appartengono a due famiglie molto diverse, ma hanno lo stesso cuore.
Trascorrono insieme un anno di liceo nel 1932, poi li divide Hitler nel quale
Konradin crede. Hans, che è figlio di ebrei, viene mandato dai genitori a New York, ma non dimentica l’amico che
“ritrova” dopo trent’anni, quando da un libretto mandato dal liceo viene a sapere che Konradin era stato giustiziato per aver
partecipato al complotto per uccidere Hitler.
VALUTAZIONE
OLISTICA
*****
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