domenica 27 aprile 2014

L'AMICO RITROVATO


audilibro

   
    
                          di Jacopo
      (ho ascoltato l'audiolibro e intanto seguivo il testo scritto) 

IDENTIKIT

Titolo: “L’amico ritrovato
Autore: Fred Uhlman
Casa editrice: Ugo Guanda- Feltrinelli
Stampa: Bergamo

DESCRIZIONE DI UN PERSONAGGIO
(Hans che osserva Konradin- pag 16)

         Seguivo affascinato ogni suo gesto: il modo in cui apriva la cartella tirata a lucido, quello in cui disponeva con le dita bianche e perfettamente pulite (così diverse dalle mie, che erano tozze, goffe e perennemente macchiate d’inchiostro) la penna stilografica e le matite dalla punta acuminata come quella di una freccia, il movimento con cui apriva e chiudeva il quaderno. Tutto in lui risvegliava la mia curiosità: la cura con cui sceglieva la matita, la posizione in cui stava seduto – tanto eretto da far pensare che fosse sul punto di alzarsi per impartire un ordine a un esercito invisibile -, la mano che passava sui capelli biondi… Studiavo il suo volto fiero, dai tratti finemente cesellati e sono certo che nessun innamorato guardo mai Elena di Troia con altrettanta intensità, né fu più conscio della sua inferiorità.

DESCRIZIONE DI UN LUOGO
(Il liceo, pag.11-12)

Ero al Karl Alexander Gymnasium di Stoccarda, il liceo più famoso del Wurttemberg, fondato nel 1521, l’anno in cui Lutero comparve davanti a Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero e re  di Spagna.
Ricordo ogni particolare: l’aula scolastica, con le panche e i banchi massicci, l’odore acre, muschioso di quaranta pesanti cappotti invernali, le pozze di neve disciolta, i contorni bruno- giallastri sulle pareti grigie in corrispondenza del punto in cui, prima della rivoluzione erano appesi i ritratti del Kaiser Guglielmo e del re del Wurttemberg.

 UN DIALOGO
(Tra il nuovo professore di storia Herr Pompetzki e Hans Schwarz, pag.80)

         Pompetzki mi squadrò. “Perché hai aggredito Bollacher?” mi chiese.
         “Perché mi ha insultato” risposi, tremando per la rabbia e la tensione.
        “Davvero? E cosa ti ha detto?” si informò Pompetzki in tono mellifluo.
         “Mi ha detto di tornare in Palestina.”
         “Ah, capisco,” commentò il professore con un sorriso. “Ma non si tratta di un insulto, caro Schwarz! E’ un buon consiglio, un consiglio d’amico. E adesso sedetevi, tutti e due. Se volete prendervi a pugni, fatelo pure, ma fuori di qui. E tu, Bollacher, ricorda che devi essere paziente. Presto tutti i nostri problemi saranno risolti. E adesso torniamo alla nostra lezione di storia.”
        
INCIPIT

Entrò nella mia vita nel febbraio del 1932 per non uscirne più. Da allora è passato più di un quarto di secolo, più di novemila giorni tediosi e senza scopo, che l’assenza della speranza ha reso tutti ugualmente vuoti – giorni e anni, molti dei quali morti come le foglie secche su un albero inaridito.

ULTIME RIGHE

         Afferrai l’opuscolo con l’intenzione di stracciarlo ma, all’ultimo momento, mi trattenni. Facendomi forza, quasi tremando, lo aprii alla lettera H e lessi.
         “VON HOHENFELS, Konradin, implicato nel complotto per uccidere Hitler. Giustiziato.” 

VALUTAZIONE ANALITICA

Il libro parla della amicizia tra due sedicenni, un tema che mi interessa molto. Hans e Konradin appartengono a due famiglie molto diverse, ma hanno lo stesso cuore. Trascorrono insieme un anno di liceo nel 1932, poi li divide Hitler nel quale Konradin crede. Hans, che è figlio di ebrei, viene mandato dai genitori a  New York, ma non dimentica l’amico che “ritrova” dopo trent’anni, quando da un libretto mandato dal liceo viene a sapere  che Konradin era stato giustiziato per aver partecipato al complotto per uccidere Hitler.

VALUTAZIONE OLISTICA

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