Racconti da correggere insieme.
In quei giorni di campagna ci facciamo molti scherzi a vicenda, oppure giochiamo, facciamo i compiti guardiamo la televisione, e andiamo a dormire, e tutto ciò ovviamente lo facciamo insieme.
Invece quando siamo a Milano, ci vediamo quasi ogni giorno, quando la mamma e il papà sono fuori a cena i nonni vengono a farci da baby-sitter, e ogni giorno mio nonno mi viene a prendermi
a scuola e poi vado a pranzare da loro.
Dopo la colazione, che di solito si svolge con una piacevole calma mattutina, arriva il momento più barboso della giornata: Fred va al lavoro e io devo restare a casa da solo fino alle due, ora in cui mi fa fare una breve passeggiata, mi riporta casa e torna al lavoro.
Alle cinque finalmente Fred torna a casa e mi porta ai giardinetti a giocare con i miei amici: Peggy, una barboncina vivace e simpatica, con gli occhi lucidi e il pelo candido; Karl, il mio migliore amico, un pastore tedesco grande e forte; Whisky, un bastardino, vecchietto e scorbutico.
Dopo i giardinetti arriva il momento più bello: io e Fred andiamo allo Starbucks e ci sediamo entrambi sulle sedie, lui prende sempre un cappuccino e fuma una sigaretta e io lo guardo, pensando che darei la mia vita per lui.
Ogni estate i miei genitori mi mandano in vacanza dai nonni che vivono in campagna in Francia e io sono molto contento.
La casa è grande con un orto dove si coltivano bellissimi frutti e buonissima verdura che la nonna cucina per me, mi piacciono molto i fiori di zucchina fritti e molto caldi.
Lo spazio è tanto e quindi posso correre come un forsennato con il mio triciclo facendo anche a gara con il nonno.
Il nonno alla mattina si alza presto per andare in campagna a fare i suoi lavori, mentre fa colazione, mi alzo anch’io, perché sento un buonissimo profumo di cioccolata e perchè mi piace andare con lui e aiutarlo.
Prendiamo la bicicletta per andare a lavorare perché il campo è grande e largo, io mi siedo sul sellino dietro cantando una canzone allegra.
A mezzogiorno quando il caldo è troppo torniamo a casa per mangiare: “Chissà cosa ci avrà preparato di buono la nonna?, speriamo i fiori di zucchina”.
Ovviamente sulla strada del ritorno ci fermiamo a comperare il pane e lo mettiamo dietro la bicicletta, il nonno pedala veloce perché ha molta fame e io ho già il sapore del cibo in bocca.
Un'amicizia speciale
di Nina
Foto di Elliott Erwitt |
Quanto è
simpatico mio nonno fin da quando sono nata tra di noi c’era un’intesa
speciale, un’amicizia infinita.
Ogni estate con
lui, mia nonna e mia sorella stiamo un mese in campagna insieme, quando mia
mamma e mio papà stanno ancora lavorando.In quei giorni di campagna ci facciamo molti scherzi a vicenda, oppure giochiamo, facciamo i compiti guardiamo la televisione, e andiamo a dormire, e tutto ciò ovviamente lo facciamo insieme.
Invece quando siamo a Milano, ci vediamo quasi ogni giorno, quando la mamma e il papà sono fuori a cena i nonni vengono a farci da baby-sitter, e ogni giorno mio nonno mi viene a prendermi
a scuola e poi vado a pranzare da loro.
Non c’è niente da
dire i miei nonni sono fantastici.
IL BAMBINO INTELLIGENTE
di Jacopo
Io sono quel bambino, in mezzo a
tutti gli altri bambini tristi di andare al primo giorno di scuola.
Io, invece, ero molto felice di
andarmene per otto ore da casa mia, ero felice perché mio padre e mia madre non
vanno d’accordo con me e credo anche che non gli stia molto simpatico.
Ero felice anche perché con me c’era il
mio amico Giulio, che era l’unico bambino del quartiere che mi rispettava; là
tutti i bambini mi dicevano sempre che ero stupido e troppo alto per i loro
gusti, invece Giulio era quello che mi proteggeva e mi consolava.
Entrati nella nuova classe delle elementari
una strana maestra alta, magra, con occhi neri come il carbone e delle folte
sopracciglia che gli coprivano meta fronte, mi disse che il mio banco era
quello in fondo all’aula, dove di solito i ragazzi ignoranti vanno per fare
ripetizioni.
Ma da quel giorno non ci furono
mai più bambini ignoranti in quel banco, ma solo bambini intelligenti, come me!
UNA VITA DA
CANE
di Beatrice
Foto di Elliot Erwitt |
Ciao
a tutti, sono Mario, un pittbull di due anni e vivo insieme al mio umano Fred,
a Londra.
Ora
vi racconto la mia giornata tipo: alle sette e mezzo sveglio Fred perché devo
urgentemente andare al bagno. Verso le otto facciamo colazione, io prendo il
caffè e lui le crocchette (o forse è il contrario?).Dopo la colazione, che di solito si svolge con una piacevole calma mattutina, arriva il momento più barboso della giornata: Fred va al lavoro e io devo restare a casa da solo fino alle due, ora in cui mi fa fare una breve passeggiata, mi riporta casa e torna al lavoro.
Alle cinque finalmente Fred torna a casa e mi porta ai giardinetti a giocare con i miei amici: Peggy, una barboncina vivace e simpatica, con gli occhi lucidi e il pelo candido; Karl, il mio migliore amico, un pastore tedesco grande e forte; Whisky, un bastardino, vecchietto e scorbutico.
Dopo i giardinetti arriva il momento più bello: io e Fred andiamo allo Starbucks e ci sediamo entrambi sulle sedie, lui prende sempre un cappuccino e fuma una sigaretta e io lo guardo, pensando che darei la mia vita per lui.
UN CHIHUAHUA
INTELLIGENTE
di Arlene
Foto di Elliott Erwitt |
Ehi, sono qui! Mi vedete? Sono io, Minnion, quello con il
cappellino e il maglioncino di lana. Lo so che sono piccolino rispetto alla mia
padrona e al mio amico Kiggy. Non prendermi in giro per la mia statura, ma sono
un chihuahua, un cane dalle
piccole dimensioni, ma adorabile. Invece Kiggy è un pastore tedesco, molto
socievole e adatto alla guardia. Lui mi prende sempre per i fondelli, dice che
non servo a niente, perchè sono un formica rispetto a lui… e sai che cosa gli dico io? Che io sono
piccolo, si è vero, ma intelligente perchè non vado a dire ai cani più piccoli
di me, anche se non esistono, ehi, tu, non vali niente perchè sei piccolo. Sarò
piccolo ma sono intelligente!
foto di Elliott Erwitt |
Un nonno contadino
di Rehman
Ogni estate i miei genitori mi mandano in vacanza dai nonni che vivono in campagna in Francia e io sono molto contento.
La casa è grande con un orto dove si coltivano bellissimi frutti e buonissima verdura che la nonna cucina per me, mi piacciono molto i fiori di zucchina fritti e molto caldi.
Lo spazio è tanto e quindi posso correre come un forsennato con il mio triciclo facendo anche a gara con il nonno.
Il nonno alla mattina si alza presto per andare in campagna a fare i suoi lavori, mentre fa colazione, mi alzo anch’io, perché sento un buonissimo profumo di cioccolata e perchè mi piace andare con lui e aiutarlo.
Prendiamo la bicicletta per andare a lavorare perché il campo è grande e largo, io mi siedo sul sellino dietro cantando una canzone allegra.
A mezzogiorno quando il caldo è troppo torniamo a casa per mangiare: “Chissà cosa ci avrà preparato di buono la nonna?, speriamo i fiori di zucchina”.
Ovviamente sulla strada del ritorno ci fermiamo a comperare il pane e lo mettiamo dietro la bicicletta, il nonno pedala veloce perché ha molta fame e io ho già il sapore del cibo in bocca.
foto di Elliott Erwitt
Bianco e nero
di Maria
di Maria
C'era un ragazzo abbastanza alto, occhi neri ombra, i capelli riccioli corti, anche quelli neri e degli strani occhiali blu. Si chiamava Bassed e suo padre, un tipo molto sveglio, Masser.
Il padre e il figlio stavano passeggiando nella città quando Bassed dovette andare al bagno e quindi ci andò: il bagno era un po' sporco, con una puzza di scamorza ammuffita,ormai vecchia. C'era pure una cosa molto strana; c'erano due lavandini: uno con su scritto sopra "WHITE", cioé riservato agli uomini di pelle bianca come il latte, l'altro con su su scritto "BLACK", riservato agli uomini di pelle nera come il cacao. Il primo lavandino era molto pregiato, raffinato,volendo molto lungo e largo nel suo formato; l'altro, invece, molto basso meno raffinato.
L'assurdità è quella di dividere i lavandini: quello per i neri e quello dei bianchi.
<<Papà!Ma perché i due lavandini sono divisi?E non possono essere un unico lavandino?>>disse angosciato Bassed.
<<Tesoro, alcuni bianchi ci credono e ci pensano diversi da loro e quindi ci hanno rimpiazzato queste due cose>> rispose con un filo di voce e con una lacrima.I due si avviarono verso il centro erano le 5:30 del mattino e urlarono insieme ad altri neri rivolti ai balconi dei bianchi:
<<NOI CI FIDIAMO DI VOI, MA VOI VI FIDATE DI NOI? SE SÌ, TOGLIETECI UNO DEI DUE LAVANDINI, VOGLIAMOCI BENE!>>
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