mercoledì 13 febbraio 2013

MINIMALISMO


Add some music to your days #5

MINIMALISMO

La parola d’ordine del nuovo anno è
MINIMALISMO
ovvero
COME OTTENERE IL MASSIMO RISULTATO CON IL MINIMO SFORZO
(MA DI TUTTI)

 
(MA DI TUTTI)




Che cos’è mai questo MINIMALISMO?

Il MINIMALISMO è un movimento artistico musicale nato negli Stati Uniti all’inizio degli anni sessanta (del secolo scorso).

Proviamo ad elencare gli elementi che caratterizzano la musica MINIMALE:

·       1) il linguaggio musicale è RIDOTTO AL MINIMO: come base per le composizioni minimali si utilizzano frasi melodiche brevi e semplici (a volte bastano solo due parole, come nella composizione di Steve Reich dal titolo Come Out);


·        2) l’armonia è quasi sempre TONALE: ora, noi abbiamo solo sfiorato il concetto di armonia e non ancora incontrato quello di tonalità. Vi basti sapere che gli accordi utilizzati nella musica minimale riescono quasi sempre piacevoli all’ascolto;

·        3) la musica minimale segue sempre una PULSAZIONE COSTANTE;

·   4) è molto importante il concetto di RIPETIZIONE: brevi motivi o sequenze vengono ripetuti ripetutamente;

·      5) è molto importante il concetto di ESPANSIONE: se un motivo semplice viene ripetuto un numero notevole di volte, allora la composizione minimale occupa molto spazio;

·       6) è molto importante il concetto di SFASAMENTO (PHASING): se due strumenti suonano uno stesso semplice motivo a velocità leggermente diverse, col passare dei minuti si produrranno degli effetti interessanti;

·   7) è molto importante il concetto di SOVRAPPOSIZIONE: se si suonano simultaneamente due o più motivi anche molto semplici, la composizione minimale finisce col sembrare complicatissima.

Probabilmente, la pulce nell’orecchio minimale l’aveva messa oltre cinquant’anni prima un certo Erik Satie, compositore strambo e del tutto singolare, che aveva scritto un celebre pezzo per pianoforte intitolato Vexations, nel quale un motivo di 3 righe deve essere ripetuto per 840 volte (è difficile farlo da soli, se non si è allenati!).

Qualcuno, come Luciano Berio (uno dei più importanti musicisti italiani di sempre), pensa che il minimalismo sia una specie di barbarie, una musica meccanica che impoverisce il linguaggio ed impedisce di pensare. 

Noi non siamo né musicologi né musicisti. Siamo soltanto curiosi. 

Il minimalismo ci interessa (ci interessa?) solo perché è un modo come un altro per capire come poter fare della musica.

Perché fare della musica è meglio che non fare niente.

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