mercoledì 11 marzo 2015

COMPAGNIA DI U. FIORI







Ecco la situazione di partenza






                    


Entra in gioco adesso il senso di mancanza.









Tuttavia ora prova la sensazione di vedere davvero gli amici.
                       




Ed ecco, improvvisamente, la scoperta.



Il protagonista è solo uno che sta fuori posto, e ne prova dolore.




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 U. Fiori

Compagnia

Verso l’ora di cena,
mentre tutti si davano da fare
in soggiorno, in cucina,
invece di dare una mano
sono uscito sul terrazzino,
all’aria fresca,
con tutta la vista intorno.

Là dietro li sentivo ancora bene
chiamarsi, ridere;
di colpo, però, mi mancavano.
Erano più lontani dei palazzi
dall’altra parte del campo
– sei, sette in fila –
con tutte le luci accese.

Eppure proprio ora
che non li avevo più di fronte
mi venivano incontro. Nei segnali
lungo la ferrovia, nell’erba gialla,
nel muro cieco, li riconoscevo.

Sentivo, ora, che loro – alle mie spalle –
erano fatti della pasta del mondo,
solida, chiara. E io, di niente.

Niente: la slogatura
tra una stanza affollata e l’orizzonte.


(Da Umberto Fiori, Chiarimenti, Marcos y Marcos 1995)
Note
19. muro cieco: muro senza aperture, senza finestre
23. slogatura: distorsione delle articolazioni; ma anche, etimologicamente, l’essere fuori dal proprio luogo



Visto da noi
Beatrice
Jonatan
Maria
Ippolito
Benedetta




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