sabato 28 febbraio 2015

ERRORI: REGISTRO E PAROLE INUTILI

Correggiamo insieme
Testo espositivo: 
Relazione sulla visita alla Biblioteca Braidense


Che errori ci sono?

??? 

La guida della mostra "Cesare Beccaria" non era il massimo.

La Galleria è stata restaurata un sacco di volte.

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La guida della mostra "Cesare Beccaria" non era il massimo.
                                                                                                                       Registro

La guida non mi è piaciuta: non parlava in modo espressivo,  usava molti intercalari, era monotona e non aveva ritmo:  spesso  si fermava per leggere i suoi appunti su foglietti che teneva in mano.                                                                     
                                                                                                                   



La Galleria è stata restaurata un sacco di volte.  molte volte
                                                       
                                                                                                               Registro

 Che errori ci sono?
 I documenti erano conservati in delle bacheche esposte al pubblico

Disposte ai lati della biblioteca c'erano otto teche con documenti antichi.

Entrati nella biblioteca, abbiamo visto una sala enorme con tutte le pareti di color mattone, con degli scaffali enormi e pieni di libri.

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I documenti erano conservati in delle bacheche esposte al pubblico

Disposte ai lati della biblioteca c'erano otto teche con documenti antichi.

Entrati nella biblioteca, abbiamo visto una sala enorme con tutte le pareti di color mattone, con degli scaffali enormi e pieni di libri.
                                                      
                                                                         Parole inutili

I documenti erano conservati in  bacheche esposte al pubblico

Ai lati della biblioteca c'erano otto teche con documenti antichi.

Entrati nella biblioteca, abbiamo visto una sala enorme con  pareti di color mattone e scaffali enormi e pieni di libri. 
                                              

IL NUOVO CAMPUS DI GOOGLE

Architettura avveniristica a Mountain View
Google ha annunciato la volontà di espandere il proprio Campus di Mountain View e, attraverso un filmato e alcuni render, ha deciso di condividere con tutti la sua nuova visione futuristica degli ambienti di lavoro. L’obiettivo del colosso statunitense è aumentare la metratura, aggiungendo strutture «mobili e leggere», che all’occorrenza possano essere facilmente trasferite, così da “modulare” e riconfigurare il Campus in base ai prossimi bisogni della società. La nuova struttura ospiterebbe 10.000 dipendenti in più (Reuters)

MILANO IERI E OGGI


Lezione del prof. L. Molinari
"Milano, la città che sale"

VIDEO QUI SOTTO
Le mura spagnole
Un secolo fa Milano era piatta

Prendiamo appunti
I grattacieli di Milano

I canali di Milano
Appuntamento alla primavera 2015 per l’apertura a Milano del nuovo Museo di Arte Contemporanea di Fondazione Prada.

Il Museo di Fondazione Prada sorgerà in largo Isarco, tra viale Ripamonti e corso Lodi, e ospiterà mostre ed eventi culturali volti alla promozione della ricerca, dello studio e della conoscenza dell’arte contemporanea.
Il progetto architettonico, a cura dello studio OMA di Rem Koolhaas, prevede, oltre alla costruzione di tre nuove strutture, anche la riqualificazione dell’area industriale dismessa del quartiere Lodi-Ripamonti e il restauro di alcuni edifici industriali risalenti agli anni Dieci del Novecento in stato di degrado.
Fondazione Prada: sarò conclusa a maggio 2015
Fondazione Feltrinelli a Porta Volta
Il nuovo edificio dove la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli  trasferirà la sua sede sorgerà nell’area di Porta Volta tra Viale Pasubio e Viale Crispi, nelle zone 1 e 9 del Comune di Milano. La nuova sede si svilupperà su circa 2.700 metri quadrati su cinque piani. Il progetto architettonico è firmato dallo studio internazionale di architettura Herzog & de Meuron.
Porta Volta 1 Il cantiere è avviato ed il completamento della costruzione è previsto per inizio 2016. Il piano terreno ospiterà una libreria Feltrinelli che avrà una superficie di circa quattrocento metri quadri. Il primo piano dell’edificio sarà occupato da uno spazio polifunzionale attrezzato per ospitare anche proiezioni ed eventi artistici dal vivo. Il secondo e il terzo piano saranno invece destinati alla zona uffici e alle aule per incontri e seminari in grado di ospitare complessivamente circa 160 persone. La sala lettura della biblioteca, infine, situata all’ultimo piano dell’edificio sarà dotata di postazioni di lettura multimediali.

mercoledì 25 febbraio 2015

IO E IL GIOCO

Correggiamo insieme
                        I GIOCHI DELLA MIA INFANZIA
di Sofia
     I giochi si rovinano: alcuni si rompono, altri perdono il colore oppure la morbidezza, ma quello che resta e non potrà mai perdersi è il ricordo che una persona tiene di quel gioco e del momento in qui ha giocato con esso.
    Quando ero piccola non volevo mai stare da sola, mi dava sicurezza stare con qualcuno, poterlo abbracciarlo senza dire niente, è per questo motivo che adoravo i peluche: erano morbidi e avevano gli occhi dolci, mi ricordo che quando li abbracciavo mi sentivo in un altro mondo, protetta e tranquilla. 
    All' asilo tutte le mie amiche portavano le Barbie o delle bamboline di pezza, ma io no, arrivavo all' asilo con il mio peluche il quale era sempre attaccato a me: non me ne separavo mai. 
    Il mio peluche preferito era un cane di nome Oliver era un piccolo cagnolino di peluche marrone di media statura: era morbido e aveva dei bellissimi occhi marroni sfumati con il rosso, il suo pelo non era liscio ma aveva delle piccole pieghe qua e là. Insieme ad Oliver ho passato i momenti più belli della mia infanzia: giocavo con lui sempre, in ogni momento, a volte persino lo trattavo come un cane vero: facevo finta di portarlo a spasso per la casa, gli davo da mangiare ecc... Non so spiegare il mio comportamento, ma io desideravo tantissimo un cucciolo di cane e forse trattare un peluche come se fosse un cane vero, mi faceva avverare parzialmente il mio desiderio. 
   Una volta ero andata a casa di una mia amica e ovviamente avevo Oliver in braccio, mi sono seduta sul suo letto e davanti a me c' era uno scaffale pieno di Barbie e lei insistette per giocarci, io non mi divertivo tanto e allora dopo un pò di tempo le chiesi se voleva cambiare gioco, lei mi rispose che andava bene e ci siamo messe a giocare a truccarci a vicenda, io l'avevo truccata bene, certo c'erano qualche piccola sbavature qua e là però non era venuto un brutto lavoro, lei invece mi aveva fatto sembrare un pagliaccio, sembrava che dovessi esibirmi in un circo prendere delle clave e farle girare in aria, comunque è stato molto divertente, anche se non ho giocato con Oliver.
    Per Natale da quel momento non ho più chiesto i soliti peluche, ma qualche gioco in scatola e un set di trucchi: stavo crescendo forse? Oppure mi ero stancata di giocare con i peluche? Non lo so, so solo che ho continuato a giocare con Oliver  fino in terza elementare, certo molto meno di quanto giocavo con loro quando ero all' asilo, ma mi divertivo lo stesso. 
     Secondo la mia esperienza, trascorsa a giocare con i peluche, che ritengo sia femminili che maschili. Penso che non esistano giochi solo per bambini o bambine, ma che l’infanzia debba essere un modo per conoscere tutti i tipi di giochi e che quindi i genitori debbano regalare a un bambino/a tutti i tipi di giocattoli: sia quelli prevalentemente maschili, sia quelli prevalentemente femminili. 
(509 parole)                            
 

                                               di Sarah
        In classe abbiamo letto l'articolo di qualche mese fa su Obama e un gruppo di bambine andate alla Casa Bianca per la giornata del "house science  fair" che porta alla Casa Bianca giovani talenti in campo scientifico.
     Questo articolo ritrae in  una fotografia il  presidente degli Stati Uniti assieme a un gruppo di bambine con una tiara di pietre colorate e brillantini in testa. Lui è accovacciato tra di loro e anch'esso porta una tiara in testa. Questo evento, Obama racconta, è stato fatto proprio per le ragazze che hanno mostrato di eccellere nella scienza e la foto non è frutto di scippo, ma è stata scattata dal fotografo ufficiale della Casa Bianca. Racconta ancora  che lui è la moglie Michelle in vista del Natale, invece di fare doni come bambole e  trucchi alle bambine hanno  voluto un po' cambiare stereotipo e mettere nel cesto dei maschietti qualche gioco femminile e viceversa.
     Io mi ricordo che da piccola odiavo e dico odiavo i giochi da maschietto. Detestavo le macchinine, i giochi elettronici, le tartarughe ninja e per non parlare dei power ranger; pensavo fossero assurdi giochi senza senso con quali non avrei mai voluto giocare.
     Mi piacevano invece tantissimo i bambolotti, le barbie, le winx, i passeggini giocattolo, le cucine quelle per bambini, e devo dire che tutte queste cose le tenevo con gran cura. Mi ricordo che una volta era venuta mia cugina a casa mia e la mamma mi aveva comprato la nuova winx bloom (di cui andavo pazza) con le ali d'argento e  che poteva anche trasformasi. In quel momento era davvero il mio giocattolo preferito. La accarezzavo sempre con gran cura e gran premura perché avevo paura che si rompesse, ero affascinata dai colori forti e sgargianti dei vestiti e della "maestosità" delle sue ali; mi davano la sensazione di essere anche io forte e invincibile e immaginavo che un giorno anche io avrei  potuto avere quei magici poteri. Seguivo ogni giorno al rientro dall'asilo il cartone in televisione e  conoscevo a memoria ogni singola parola della canzone che cantavo sempre, era per me una medicina quotidiana. Quella volta però mia cugina aveva portato anche la sua nuova winx, allora avevamo deciso di scambiarcele e giocare insieme. Stavamo giocando a chi aveva più poteri magici i e a chi riusciva a farle volare più in alto e successe che mentre lei la a teneva dal collo, le si stacco' un'ala. Noooh che disgrazia! Non riuscivo a credere che la mia bambola preferita si fosse rotta. Scoppiai in lacrime e corsi subito da mia mamma che mi consolò con un grande abbraccio. Per fortuna avevo cinque anni ed ero abbastanza grande da capire che mia cugina non l'aveva fatto apposta, ma che era stato solamente un incidente che poteva succedere anche a me con la sua winx. Appena l'incidente  era accaduto impulsivamente me l'ero  presa con lei e avevamo iniziato a litigare ma poi capì. Adesso ricordando questi episodi mi viene da sorridere e mi faccio anche un po' tenerezza. Capisco che non esistono giochi da maschio o da femmina anche se i mass- media tendono sempre a evidenziare la differenza e condizionano le libere scelte di ogni bambino.  


di Michele

     Quando ero piccolo e andavo all'asilo mi ricordo che giocavo con i svariati giochi, ma sopratutto con il trenino di legno, le macchinine e il lego.
     Del trenino mi piaceva costruire tutta la pista, posizionare i ponti e ricreare un po l'ambientazione dei paesaggi con alberi e con dei pupazzetti a forma di animali,  simulare di arrivare in stazione o farlo uscire di pista ma tutto questo era più bello se fatto in più persone.
    Mi ricordo di quella volta in cui io e Giovanni, che era nella mia classe, giocammo al trenino di legno, io tiravo il treno da davanti e lo facevo fermare nelle varie stazione, Giovanni invece faceva salire i passeggeri e annunciava l'arrivo del treno ad alta voce.
     Delle macchinine mi piaceva fare le gare con i miei amici oppure farle girare per tutta la classe fingendo che fosse un autostrada e poi farle fare benzina.
     Solitamente giocavamo io, Giovanni e Raoul e la maggior parte delle volte preferivamo fare le gare con le macchinine;
ovviamente ci piaceva scegliere quelle più belle di estetica, perchè pensavamo fossero molto veloci, quando poi ci stancavamo di giocare alle gare facevamo finta di farle andare in città o in autostrada, e mi ricordo che ci piaceva molto farle andare sopra i muri.
      Oltre a questi due giochi mi piaceva il lego, quello con i cubetti grandi; questo non so perchè mi piaceva giocarci da solo, forse perchè volevo avere tutti i pezzi a disposizione oppure perchè volevo costruire una cosa che piaceva solo a me.
      La cosa che mi piaceva di piu era quando le maestre ci portavano in terrazzo dove c'erano i vari giochi, per esempio lo scivolo, ma sopratutto c'erano i tricicli e le macchine e ci piaceva girare intorno allo scivolo, che era messo proprio al centro.
     Tornati dal terrazzo solitamente facevamo un riposino per riprenderci ed essere pronti per iniziare di nuovo a giocare.
     Finito l'asilo con i miei nonni andavo un po ai giardini per giocare con gli amici, e ci piaceva andare sullo scivolo, andare in altalena oppure giocare a nascondino o lupo mangia frutta.
    Correvamo di qua e di la giocando al lupo mangia frutta, era un gioco in cui una persona faceva il lupo e le altre dovevano scegliere un tipo di frutto ma senza dirlo al lupo.
    Quando il lupo chiamava un frutto, e il frutto chiamato c'era, si dovevano rincorrere finchè il lupo non lo prendeva oppure il frutto riusciva a tornare alla base.
    Ovviamente dopo circa un'oretta tornavo a casa stravolto ma contento della giornata passata.
     Oggi un po mi piacerebbe ritornare bambino e giocare con tutti quei giochi, e divertirmi con poco, a dall'altra parte mi piace restare così come sono perchè alla fine mi diverto anche adesso, ma sopratutto mi piace restare in compagnia dei miei amici e giocare e divertirmi con loro.
(490p).
                                                

di Fabrizio
      Quando frequentavo la scuola elementare (e anche tuttora) giocavo a “guardie e ladri.”

     Questo gioco consiste nell’ acchiappare i “nemici.”

Inizialmente un giocatore si china e a turno gli altri giocatori gli toccano la schiena e il giocatore chinato, senza vedere, attribuisce un ruolo ad ogni giocatore. Questo però rispettando una regola: ci devono essere più ladri che guardie.

Le guardie si raggruppano in un punto soprannominato “prigione” e tenendo gli occhi chiusi contano fino a 40. Mentre le guardie contano i ladri scappano e si nascondono.

Quando un giocatore viene preso: la guardia deve accompagnare, tenendogli il braccio, il ladro fino alla prigione. Il ladro non può scappare ne dalla prigione, ne dalle braccia della guardia.

Un ladro per essere liberato deve, senza uscire dalla prigione, battere il cinque ad un altro ladro libero. Le guardie non possono stare davanti alla prigione, sennò vengono espulsi dal gioco. Io, con altri miei amici, ho inventato un ruolo aggiuntivo: il neutrale.

Il neutrale fa per cinque minuti la guardia e per cinque il ladro, che però non può essere preso, infatti libera i ladri. L’unico modo per prendere il neutrale è il seguente: innanzitutto può essere preso solo quando è ladro e solo quando  viene toccato alle spalle.

Il ricordo più calcato che ho su questo gioco risale a circa un’ annetto fa.

Ero in seconda media, precisamente ad una festa di classe. C’ era quasi tutta la classe e, dei miei compagni, hanno proposto di giocare a questo gioco. Da come lo descrivevano doveva essere il partitone del secolo, e così si dimostrò. Infatti ci nascondemmo in tutto il quartiere. Mi divertivo inseguire le persone la notte, perché era buio!

Successero cose stranissime come quando Sofia si era persa e tutti siamo andati a cercarla, lei diceva di essere in corso Buenos Aires davanti a Desigual, ma invece quando andavamo lì per cercarla lei non c’era!

Alla fine però la ritrovammo, ed era in via Redi!

Successero altre cose molto spiacevoli come le cadute con ferite dei giocatori, per fortuna non mi è capitato niente del genere!

In altre giocate ci sono però state cadute peggiori in cui c’è stata gente che si rotta perfino un braccio!

Il mio ruolo preferito era la guardia, perché era meno stancante, ma comunque nascondersi nel quartiere era bellissimo!

Precisamente, noi classe III D, giochiamo in piazza Lavater … questo gioco è veramente molto bello!



                                          di Jacopo

Io sono stato sempre un bambino giocoso: amavo stare con i miei amici a giocare a calcio, nascondino, qualunque gioco che fosse divertente, movimentato e soprattutto che si potesse fare in gruppo.
Essendo figlio unico, in casa giocavo soprattutto con i lego oppure con le macchinine, che amavo, sinceramente mi divertivo lo stesso anche da solo, non scorderò mai quelle partite di calcio, che facevo con i Gormiti: due squadre, due porte, una mini palla e il divertimento era assicurato. Oppure giocare con il castello e con gli omini del medioevo che mi aveva regalato mio nonno.
Quando ero con i miei amici, invece, giocavamo a calcio, a nascondino, ce l’hai, tutti giochi bellissimi e divertenti, in cui si rideva e si scherzava.
Come tutti i bambini di oggi, io ho fatto la materna, sono stato molto fortunato in quei gli anni, perché ho conosciuto bambini simpatici, che ancora oggi sono miei grandi amici. Ma i ricordi più a fuoco sono le risate che facevo con i miei compagni, come quella volta che, di nascosto, abbiamo fatto la gara a chi si tatuava più volta la scritta “SKY” sul braccio: alla fine ci siamo ritrovati tutti in bagno a cancellarli, per paura che le maestre e soprattutto i nostri genitori si potessero arrabbiare.
Peccato che si cresce, ma ogni età ha i suoi vantaggi, come nel 2010 che dopo mesi che supplicavo i miei genitori, mi è arrivata la Play Station, non dimenticherò mai quel  momento e la felicità che ho provato.
È un peccato, secondo me, che i bambini nati adesso, fin da piccoli giocano con gli iPad o con la Play Station, quando invece a quella età dovrebbero giocare a giochi più adatti: un bambino di cinque anni dovrebbe giocare a nascondino o a qualunque gioco in cui c’è il movimento e soprattutto il divertimento in compagnia!
Non penso che ci siano giochi da “femmina” e giochi da “maschio”, e sono d’accordo con Barack Obama che nella foto dell’articolo compare assieme a cinque bambine, con la particolarità che tutti e sei indossano una piccola tiara di pietre colorate e brillantini. Questo ci fa capire il messaggio che vuole trasmettere questo articolo: “tutti fanno quello che si sentono di fare” o “i giochi da maschio sono anche da femmina e viceversa” e non c’è nessun problema se un maschio gioca con giochi da femmina!