venerdì 11 aprile 2014

LA PESTE NERA

P. Bruegel il Vecchio, Trionfo della morte (1562), olio su tela, Madrid, Museo del Prado



(1346-1353)

 La peste nel Decameron

Sulla soglia del Decameron, prima che inizi la descrizione delle dieci giornate dedicate al racconto di novelle, troviamo il racconto tragico e solenne della peste. La vicenda  infatti prende spunto dalla peste che nel 1348 colpisce Firenze come il resto dell'Europa. 

In questa atmosfera di devastazione materiale e di dissoluzione morale, una brigata di dieci giovani, sette donne e tre uomini, decidono di recarsi fuori città, in un palazzo del contado, e di passare il tempo passeggiando, scherzando e raccontando novelle per esorcizzare l'orrore della morte con la definizione di una laica ed equilibrata prospettiva dell'esistenza: essa assume la forma dell’onestà, che è una virtù sociale, e della "gentilezza", che è invece una virtù individuale. Se l’uomo risulta condizionato da  "due ministre del mondo", che sono appunto la fortuna e la natura, l’ingegno può servire a controllare, almeno in parte, la natura anche nei suoi aspetti di malattia, sofferenza e morte.

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