Il cenone di Capodanno
Una bottiglia d'acqua rovesciata
Il pranzo di Natale
di Nina
Ieri c’è stato il gran cenone di
Capodanno, e l’ho festeggiato a Madonna di Campiglio, il mio luogo preferito,
soprattutto in inverno perché è un paese di montagna, pieno di pini, si può
sciare, si possono fare vie ferrate (una specie di arrampicata sicura), si può
passeggiare e pattinare sul ghiaccio.
La mia casa di montagna non è una casa qualunque: è l'albergo/residence di mio padre e dei suoi undici fratelli, nei tempi passati era la residenza invernale anche della Principessa Sissi.
La mia casa di montagna non è una casa qualunque: è l'albergo/residence di mio padre e dei suoi undici fratelli, nei tempi passati era la residenza invernale anche della Principessa Sissi.
Ma torniamo ai preparativi per il
cenone. Erano circa le cinque quando sono tornata a casa dallo sci, che tre
miei cugini con alcuni miei zii stavano preparando vari dolci e altri cibi
sfiziosi. Mi sono cambiata in fretta e sono salita a preparare la crema di
mascarpone con mio zio Matteo, uomo alto, magro con un paio di occhiali e
abbastanza preciso. Poi mentre mia cugina Corinna, mio cugino Vincenzo e mia
sorella Anita apparecchiavano la tavola per gli adulti, io e mia cugina
Ludovica abbiamo apparecchiato la tavola per i bambini, ascoltavamo la musica
ad alto volume. Mia cugina per me oltre che parente, è anche una delle mie
migliori amiche: con lei rido e scherzo per ogni cosa, e ci passo buona parte
del mio tempo libero, io la chiamo Ludo, Budino o Budo.
Quando era tutto pronto sono
arrivati gli ospiti: amici di mia zia Marta, mia cugina Alessandra, dai capelli
biondi come l’oro e gli occhi azzurri come l’acqua con il suo ragazzo e la mia
amica e compagna di classe Cecilia, con la sua famiglia e il cane Neve.
Dopo aver finito di cenare, siamo
scesi in piazza e a mezzanotte sono “partiti” i botti, sono “partite” le
telefonate e sono “partiti” gli abbracci e i brindisi. Finiti tutti i fuochi
d’artificio, siamo risaliti a casa a mangiare pandoro e panettone con la
buonissima crema di mascarpone.
Che giornata fantastica!!!!
di Niccolò
Il
pranzo di Natale è il mio pasto preferito per due motivi: il primo è perché è Natale e il secondo perché mia
nonna è la migliore cuoca.
Eravamo
tutti là, intorno al grande tavolo nella sala da pranzo di mia nonna; c’era mia
cugina Camilla, una bambina di dieci anni, ma con il suo vestire, i suoi modi
di fare e il suo trucco si crede già una ragazza, poi c’era mio nonno Roberto,
un omone con il cuore grande, c’era mio cugino Jacopo, un bambino di otto anni, basso, simpatico, ma
molto timido e riservato.
Stavo
lì a fissare il grosso e lucente lampadario appeso al soffitto quando ho
sentito un profumo inebriare la stanza:
era una teglia colma di ravioli ripieni fatti in casa da mia nonna. Li ho
guardati: avevano un bellissimo aspetto e infatti erano buonissimi. L’atmosfera
era in pieno tema natalizio: una bella musica e stoviglie rigorosamente rossa,
dai sottobicchieri ai tovaglioli.
Era tutto perfetto fino a che non mi è
venuta in mente la bella idea di
allungare il braccio per prendere un pezzo di pane: ho urtato la bottiglia d’acqua facendola rovesciare. Ero
pronto a beccarmi una bella sgridata, ma sorprendentemente tutti si sono
messi a ridere: mi sono stupito perché non me l’aspettavo. Poi mi sono
ricordato un piccolo particolare: era
Natale.
Il pranzo di Natale
di Ippolito
Il pranzo di Natale l’ ho passato
dai miei nonni. Quel giorno il tempo era nuvoloso e
umido. La mattina presto ha piovuto un
po’: nel
giardino di casa c’era un odore di palude e di muschio bagnato. C’erano,
tra gli altri, mio nonno, un uomo di media statura con i capelli bianco scuro solo
dietro e ai lati; mio zio Francesco, un ometto di statura media/bassa coi
capelli neri a ciuffo e gli occhiali dello stesso colore; mio zio Giuseppe,
con i capelli un po’ lunghi e con la
camicia; e mia nonna, occhi color verde
marcio, occhiali e capelli biondi scuri.
Poi sono arrivati altri zii insieme ai miei cugini di 18 e 16 anni.
Eravamo tutti nello studio, tranne mia nonna che stava cucinando. Non volava una mosca… a dir la verità non volavano nemmeno le tarme.
A tavola c’erano salumi vari, come
capocollo, mozzarelle, lasagne ed altre vivande a cui non
ho fatto caso. Poi ho aperto i regali: 100 €, un maglione e il gioco “Indovina
chi”. Poi siamo andati di fronte al
camino a chiacchierare e infine siamo scesi a trovare i prozii al piano di
sotto.Eravamo tutti nello studio, tranne mia nonna che stava cucinando. Non volava una mosca… a dir la verità non volavano nemmeno le tarme.
Una festa disastrosa
di Lorenzo
Era
il giorno di Natale, la festività che porta gioia e allegria in
tutte le case, ma non nella mia.
Il
cenone, come tutti gli altri, è stato un disastro, violento e
grottesco.
Io
e la mia famiglia eravamo vestiti male: mio padre indossava dei
pantaloni sporchi di gelato e una maglietta tutta sudata, mia madre
era in tuta, i miei fratelli erano in canotta e in pantaloncini corti
e io, invece, ero tutto elegante.
Quando
arrivarono i miei parenti, anche loro vestiti male, io mi preparai al
peggio.
Ci
sedemmo nel salone a casa mia, il pavimento era sporco, i bicchieri
erano di plastica e i piatti erano di carta e già usati; insomma era
un totale disastro.
Quel
giorno mangiammo lasagne surgelate e un branzino cotto al forno
accompagnato con patatine fritte e ketchup.
Per
la prima ora andò tutto bene e io mi stavo illudendo che questa
volta sarebbe stato un successo fino a quando a mio padre cadde il
vino sui pantaloni. In quel momento volarono parolacce di ogni tipo.
Mia madre quando sentì le sue volgarità si alzò e gli tirò un
ceffone.
Allora
tutta la mia famiglia si mise a lottare lanciandosi cibo e insulti,
io rimasi paralizzato dall'imbarazzo che quella scena mi aveva
procurato.
Provai
tristezza e pensai: “Perché mi è capitata una famiglia così
maleducata?”
Rimasi
immobile fino a quando un occhio di branzino mi colpì la faccia; in
quel momento iniziai a lanciare cibo a mia volta.
Per
20 minuti siamo andati avanti a tirarci addosso di tutto. E
all'improvviso mi chiesi: “Ma è veramente tanto male la mia
famiglia?”
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