martedì 14 maggio 2013

CAMBIO "LA TOVAGLIA MAGICA..."

La tovaglia magica & il gallo

di Benedetta  
     
      C’era una volta una famiglia che viveva nella povertà, e allora decise di mandare un figlio alla volta a trovare lavoro e a guadagnare un po’ di soldi.
      Il primo figlio, che era  anche il più intelligente,  andò a cercare lavoro, ma purtroppo non lo trovò.
      Il padre vedendo che il primo figlio era tornato a mani vuote mandò il secondo, anche  lui intelligente,  dopo 2 o 3 mesi pure lui tornò a casa a mani vuote.
      Allora il padre per ultima scelta decise di mandare il terzo figlio, che  però a differenza dei fratelli più grandi era stupido.  Il figlio più piccolo per puro miracolo riuscì a portare a casa una tovaglia magica che se le dici: “tovaglia apparecchiati” lei lo fa. Poi  portò a casa anche un gallo che sputava monete d’oro.
      I due fratelli  gelosi di notte quando lui dormiva gli hanno rubato gli oggetti magici.
      Il giorno dopo quando il figlio più piccolo volle far vedere a suo padre cosa aveva guadagnato fece la figura dello stupido, però insospettito dei fratelli decise di curiosare nella loro camera, e vide che li avevano presi loro.
      Il padre scoperta la verità era molto deluso dai figli più grandi, ma anche molto contento per il più piccolo.
Allora da quel momento non lo chiamarono più stupido.   


La tovaglia magica, il gallo e il bastone
di Sofia
 
      In una città, in mezzo alla campagna, viveva una famiglia composta da un padre vecchio e anziano, due maschi e una femmina la più piccola della famiglia, ma anche la più intelligente. 
      Essi erano molto poveri, quando morì anche l’ ultima mucca i due fratelli decisero di andare in cerca di un lavoro. Il primo disse:<Vado io in cerca di un lavoro, sono alto e bello, chiunque mi vorrebbe!!!> L’ altro fratello era molto d’ accordo perché il fratello era molto responsabile e sicuramente molto bello.
      Un sabato mattina il fratello partì e lungo la strada incontrò una vecchia che gli domandò:< Salve giovanotto che cosa cerchi?> <Cerco un lavoro, cara signora, lei a qualche posto?> <Certo giovanotto, io sono vecchia ormai, potresti tu occuparti della mia fattoria.> <Certo!!!> Esclamò il giovane, che tutto orgoglioso seguiva la vecchia signora verso la fattoria.
     Dopo un anno di lavoro la signora diede al giovanotto una tovaglia e disse:
< Guarda che questa non è una tovaglia comune. Basta che tu dica: “ Tovaglia apparecchiati!!!”. Avrai da mangiare e da bere finchè ne vorrai>.
      Prima di tornare a casa il fratello si fermò in una osteria e disse all’ ostessa:< Da cena non me ne occorre o qualcosa di meglio> tirò fuori la tovaglia e pronunciò le parole della vecchia:< Tovaglia apparecchiati!!!> e subito comparvero cibi e bevande a primo ordine.
      Quando andò a dormire un gatto nero rubò la tovaglia magica e la restituì con un'altra.
     Svegliatosi il fratello tornò a casa e fece vedere a tutti quello che aveva ricevuto, ma la tovaglia non funzionò.  Allora il secondo fratello decise che doveva andare in cerca di lavoro e sulla strada incontrò la stessa vecchia che gli offrì lo stesso lavoro del fratello più grande e lui accettò.
      Passato un anno la vecchia regalò al giovanotto un gallo e gli disse:<Guarda che questo non è un gallo comunque, se tu gli dici “gallo canta” lui canta e fa cadere una moneta d’ oro>.
      Il giovanotto prima di tornare a casa si fermò in un osteria e disse all’ ostessa:
< Dammi da mangiare, soldi ne ho quanti ne vuoi.> Appoggiò il gallo sul tavolo e disse:<Gallo canta> e lui sputò una moneta d’ argento. Il fratello, poi, andò a dormire e il gatto nero prese il gallo e lo scambiò con un altro.
      La mattina seguente il fratello ritornò a casa e fece mostrare a tutti il suo gallo, allora disse:<Gallo canta> e lui non cantò.
      Pochi giorni dopo la sorella disse ai suoi fratelli che lei sarebbe andata a cercare lavoro e loro le urlarono contro:<Ma dove vai nanerottola!?> e lei gli rispose:<State zitti voi che vi siete fatti scappare una tovaglia e un gallo!!>.
      Allora si inviò alla ricerca di lavoro e incontrò la vecchia che la ospitò a lavorare per lei.
      Passato un anno la vecchia diede alla piccola un bastone e le disse:<Guarda che questo non è un bastone qualunque. Se tu dici: “Bastone picchia!”, comincia a fare il diavolo. E smette soltanto se dici:” Bastone basta!”.
      La sorella entrò nell’ osteria e disse all’ ostessa:<Garda che non devi dire “bastone picchia” al mio bastone se no lui ti picchia!!!>. Il gatto nero davanti al bastone si trasformò nell’ ostessa e disse:<Bastone picchia> e lui cominciò a picchiarla e la ostessa cominciò ad urlare che svegliò la piccola che disse:< Ti avevo detto di non dire …>< Lo so, lo so,  ma ti prego fallo smettere in cambio ti darò tutto quello che vuoi>. Allora la piccola disse:<Bastone basta> e, la mattina seguente l’ ostessa le diede tutto quello che voleva: il gallo e la tovaglia.
      Tornata a casa con gli oggetti,  racconta i fratelli come aveva fatto ad riaverli.
      Alla fine la famiglia fu sempre felice, sazia e ricca.

Per cena solo pane e acqua
di Karen
         Un contadino di nome Giuseppe era un uomo sempre sorridente e allegro e voleva tanto bene ai suoi tre figli Jonatan, Matteo e Giulio. Questi,  però, erano molto cattivi con il padre e si approfittavano sempre di lui.
      Un giorno un mago di nome Ravy decise di punire i fratelli trasformando il padre in un uomo triste e cattivo di modo che anche loro provassero quello che il padre subiva da loro ogni giorno.
       I figli si accorsero che quando  gli rispondevano male il padre si arrabbiava tantissimo, mentre prima non lo faceva mai.
       Come tutte le mattine il padre andò a lavorare e quando tornò a casa vide che c'era un gran disordine e che non c'era nessuno. Quando i tre ragazzi rientrarono furono sgridati dal padre che disse loro: 
      "Questa casa non è un albergo e non posso fare sempre tutto io!!"    
      Jonatan, Matteo e Giulio replicarono sbalorditi: 
      "Ma non abbiamo fatto nulla!!"    
     A quell' affermazione Giuseppe si arrabbio ancore di più, così decise di lasciare loro per cena solo pane e acqua.
      I fratelli, preoccupati, volevano che il loro papà tornasse buono come una volta. Si resero, quindi, conto di quanto gli volessero  bene e di quanto il loro comportamento fosse sbagliato. Quando arrivò il compleanno del padre, i figli restarono a casa dicendo di non stare bene, ma in realtà avevano in mente una sorpresa. Però Giuseppe andò al  lavoro molto triste perché i suoi figli non si erano ricordati del suo compleanno.
     Una volta uscito di casa, i tre furbetti si misero all'opera: comprarono addobbi, palloncini e invitarono amici e parenti.
     Tutti si nascosero e spensero le luci. Quando il padre arrivò, accese le luci e tutti gli urlarono: 
      "BUON COMPLEANNO, GIUSEPPE!!!!!!!!" 
    Il padre, molto emozionato, andò verso i figli, diede loro un abbraccio molto forte e disse: 
     "Pensavo vi foste dimenticati". 
     Matteo rispose: 
    "Non avremmo potuto mai dimenticarci di questo giorno speciale. Ti vogliamo bene papà. Scusaci se qualche volta ti abbiamo fatto arrabbiare. Promettiamo di non farlo più!!!!"
       Giuseppe guardò i figli emozionato e li strinse forte a sé.
      Da quel giorno vissero come una vera famiglia e la magia fatta da Ravy sparì.
 



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