Claes Thure Oldenburg (Stoccolma, 1929) è un artista e scultore svedese naturalizzato statunitense, appartenente alla corrente della
pop art.
Claes Oldenburg is an American sculptor, best known for his public art
installations typically featuring very large replicas of everyday
objects. Another theme in his work is soft sculpture versions of
everyday objects
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L'ago e il filo, piazzale Cadorna a Milano |
La sua ricerca artistica si concentra sul consumismo nella società
americana contemporanea soprattutto per quanto riguarda quello legato al
cibo. Realizza enormi sculture in gesso dipinto raffiguranti gelati,
hot-dog e quant'altro l'ipernutrita popolazione americana consuma negli anni sessanta; queste riproduzioni erano in vendita in un negozio di proprietà dell'artista, aperto nel 1961,
da lui stesso battezzato The Store. Il cibo si carica, nell'opera di Oldenburg, di un'accezione di orrido,
perché viene svalutato del suo ruolo primario e ridotto a prodotto.
Altrettanto importante è la scelta dei soggetti:
sono tutti prodotti, alimentari e non, facilmente rintracciabili in
qualunque negozio del quartiere; egli pone quindi l'accento, come tutti
gli esponenti della
pop art,
sulla società di massa contemporanea ricorrendo un linguaggio
facilmente comprensibile da chiunque per quanto riguarda i soggetti,
oggetti di uso comune e quotidiano, e i modelli, con uso di colori molto
accesi e di forti contrasti cromatici oltre che un consistente
abbandono a un certo "cattivo gusto", ripresi dai cartelloni
pubblicitari e, più in generale, dal mondo del mercato e del consumo di
massa.
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Gabinetto morbido (1966) |
Facilmente potremmo dunque comprendere le forti critiche alla cultura
pop e al mercato del consumo americani. Questo tipo di arte però è
nettamente destabilizzante anche dal punto artistico: sulla scorta del
Dadaismo e del
Neo-Dada,
movimento più tipicamente statunitense, Oldenburg porta avanti un'opera
di smantellamento dei valori dell'arte che possiamo riscontrare nella
scelta di modelli bassi e popolari, nella citazione ironica.
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Patatine fritte con il Ketchup (1963)
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