(2,da TTCT: Torrance Tests of Creative Thinking)
Un paesaggio da fiaba
di Michele
Un giorno il giovane Timmy, al ritorno da scuola, andò
subito a casa per chiedere un desiderio alle sue fate: Cosmo e Wand. Timmy chiese di far cadere delle corde dalle
nubi e farle arrivare fino a terra.
Il
giorno dopo quando si svegliò si affacciò alla finestra della sua camera e vide che quasi tutti i
cittadini, compresi i suoi genitori, si stavano arrampicando su per queste
corde.
Allora anche lui volle arrampicarsi, e con lui le sue
fate. L’arrampicata fu molto divertente perché le
sue fate lo sfidavano ad essere più veloce e a fare continue giravolte per
ammirare il paesaggio dall’ alto; le fate, essendo affezionate a Timmy, usarono
la loro magia per agevolare la salita.
Arrivati sopra le nubi trovarono un
paesaggio da fiaba: i colori molto accesi erano mescolati con colori più tenui,
sembrava di assistere a una tramonto di mille colori. La gioia di Timmy e di tutti gli altri fu
immensa e con le loro voci cominciarono a fare confusione; ma non sapevano che
nascosto tra le nubi viveva Zeus che stava dormendo e non avrebbe affatto
gradito di essere svegliato da tanto rumore.
Sfortunatamente lo avevano già svegliato. Allora
tutto un tratto apparve Zeus che disse:
“Timmy, devi far ritornare tutti sulla terra compreso te“. Timmy un po’ dispiaciuto di lasciare le nuvole
e di ritornare sulla terra, chiese comunque alle sue fate di riportare lui e tutti gli altri cittadini
sulla terra. Timmy
disse alle sue fate che aveva imparato la lezione, e disse che non avrebbe
espresso più desideri riguardanti le nubi.
Un braccialetto d'oro
di Arlene
C'era una volta una
ragazzina di 12 anni di nome René. Era una ragazza molto dolce, aveva gli occhi color marrone e capelli
lisci biondi. René aveva una sorella di 14 anni di nome Erika
con gli occhi e i
capelli identici a lei. Le due sorelle abitavano con la zia Sandra in
una casetta in campagna, perché i genitori erano morti due anni
prima in un incidente stradale.
Un giorno di cielo azzurro, le due ragazze uscirono a fare una passeggiata. Mentre passeggiavano, videro delle corde d'oro pendere dalle nuvole. Le ragazze si arrampicarono e con fatica riuscirono ad arrivare in cima. Il paesaggio era bellissimo, ad un certo punto videro i genitori. All'inizio le due ragazze non ci credevano, ma poi corsero ad abbracciarli. I genitori si commossero, poi avvertirono le figlie che dovevano tornare a casa, dalla zia Sandra, perché erano in paradiso e se fossero state più di un'ora, sarebbero diventate colombe. Le figlie ubbidirono. Mentre stavano tornando indietro, per scendere la lunga corda dorata, si trasformarono in colombe, bianche con il becco piccolo arancione, l'ora era passata.
Un giorno di cielo azzurro, le due ragazze uscirono a fare una passeggiata. Mentre passeggiavano, videro delle corde d'oro pendere dalle nuvole. Le ragazze si arrampicarono e con fatica riuscirono ad arrivare in cima. Il paesaggio era bellissimo, ad un certo punto videro i genitori. All'inizio le due ragazze non ci credevano, ma poi corsero ad abbracciarli. I genitori si commossero, poi avvertirono le figlie che dovevano tornare a casa, dalla zia Sandra, perché erano in paradiso e se fossero state più di un'ora, sarebbero diventate colombe. Le figlie ubbidirono. Mentre stavano tornando indietro, per scendere la lunga corda dorata, si trasformarono in colombe, bianche con il becco piccolo arancione, l'ora era passata.
I
genitori, disperati, attaccarono alle zampe delle figlie
un
braccialetto d’oro. Appena le colombe ebbero chiuso le palpebre, le
sorelle si ritrovarono a casa, sotto le coperte, in pigiama.
Erika pensò che fosse stato un sogno. Alzata dal letto, René vide fuori della finestra la corda d'oro che stava piano piano salendo su verso le nuvole. René ebbe ragione, non era un sogno, ma nessuno, a parte la sorella, le credette.
La scoperta di un mondo sopra le nuvole
di Sofia
Famiglia di Jon e Jennifer |
Famiglia Troll |
Tanto tempo fa in un paesino nascosto
dietro le montagne viveva una famiglia composta da due teneri bambini, un
cucciolo di cane, una mamma e un papà.
Il cane si
chiamava Tom, era
un cucciolo di husky, aveva gli occhi
azzurri come il cielo in primavera e il pelo morbido come la neve. Era molto speciale perché sapeva parlare!
I due bambini si
chiamavano Jon e Jennifer:
erano due gemelli e andavano molto d’ accordo fra di loro.
La mamma invece
si chiamava Luisa e
faceva la panettiera con suo marito Gigio, un uomo robusto e
forte ma con un cuore d’ oro.
Una mattina d’
inverno Jon si svegliò e vide qualcosa di starno: era luminosa e la neve bianca
la copriva come se fosse una coperta. Lui uscì faticosamente, attraversò la neve fino ad arrivare a quella
cosa strana e la prese: era una chiave
d’ oro. Ma chi l’ avrà persa? Perché era
d’oro? E così, con tutte queste domande rientrò in casa e si mise a dormire.
La mattina seguente radunò la sorella e il
cucciolo e spiegò l’ accaduto. Loro erano
a bocca aperta e Tom disse:
<<Andiamo da maga Jo Jo, forse lei ci saprà aiutare>>. Così si incamminarono
verso i boschi dove viveva la strana maga
<<Salve>> disse lei con tutti i brufoli sul
viso. Loro intimoriti risposero:
<<Buongiorno, Volevamo sapere se sapeva qualcosa di
questa chiave?>>
<<Fammela vedere meglio. Ma certo: questa è la chiave del recinto magico dove c’
è la renna d’ oro.>>
<<E chi è la renna d’ oro?>> La maga un po’
stupita cominciò a raccontare:
<< La notte in cui avviene la pioggia di dicembre, dovete
raccogliere una goccia per uno, poi
piantare le gocce raccolte sotto un mucchio di nubi così che da esse penderanno
delle corde. Lì dovete arrampicarvi e vi troverete sopra tante e belle soffici
nuvole. Soprassate quelle troverete una casa: qui ci abitano i troll a cui dovete consegnare la chiave>>.
Usciti dalla
casa della maga, Jo guardò i compagni e disse:
<<Allora lo facciamo?>> Loro lo guadavano
stupiti e Jennifer disse:
<<Ma sei impazzito? La casa è abitata da troll e
quelli mangiano i bambini>>.
<<Ma smettila. E tu cosa ne dici?>>
Rivolgendosi al cane:<<Per
me va bene, ma se ritorniamo senza
un braccio io non sono responsabile>>
<<Dai, Jennifer, se hai paura puoi restare a casa>>. Lì
il fratello aveva toccato un tasto potente, così che spinse la sorella ad andare.
La stessa notte
era la notte della pioggia di dicembre. Allora i tre protagonisti si
incamminarono verso un posto non lontano da casa: era molto buio e ovviamente c’erano molte nubi
che reggevano la grande casa dei Troll. Quando
finalmente arrivarono delle grandi gocce dure e compatte si scagliarono su di
loro: non era facile prenderle perché
scendevano velocissime e non avevi tempo di catturarle. Dopo due tre ore i
nostri tre piccoli amici riuscirono finalmente a catturarne una. In quel
momento tutti si guardarono quando Jon disse:
<<Allora le piantiamo o no queste gocce?>>
<Sì> risposero in coro Jennifer e Tom. Quel momento
arrivò e, dopo aver piantato le tre gocce un’ondata di vento li spostò di
qualche metro, ma loro resistettero.
Quando tutto si fermò tre corde molto
robuste scesero dal cielo. I tre avevano un po’ di paura ma si fecero coraggio
e salirono.
Arrivati lassù si
buttarono sopra le nuvole senza paura di cadere e si fecero avanti per
raggiungere l’ enorme casa dei Troll. Arrivati si fermarono davanti al portone,
si guardarono e Jon pigiò un gran
bottone d’ oro:
<<Drin, drin...>>
<Ma chi è a quest’ ora ?>> domandò il papà Troll.
La famiglia troll era uguale a quella di mamma Luisa e papà
Gigio. C’ erano due bambini Trolsi
e Tolsi, una
mamma Tolsisa, un
papà Trolsiso e ovviamente
la magnifica renna d’ oro.
<<Calmati amore
- disse mamma Troll - saranno qui per mangiare>>. A questo punto mamma Troll aprì la porta e Jennifer un po’
impaurita disse:
<<Volevamo consegnare la chiave del recinto della
renna d’ oro>>.
<<Uh, grazie, forse qualcuno l’ha buttata di sotto - disse
guardando i due fratelli - Volete fermarvi a mangiare?>>
Il papà Troll “ruggì
”un po’ ma dopo i tre ospiti si fermarono pranzo. Dopo il pasto la mamma Troll prese i tre ospiti e li portò davanti al
recinto e chiamò la renna con un fischio.
Loro la guardarono stupiti e Tolsisa chiese:
<< Volete toccarla?>>
<<Sì >> risposero in coro.
<<Si, va bene, ma non svegliate mio marito, se no si
arrabbia>>.
<< Va bene>>.
Da quel giorno la
casa Troll fu sempre aperta e Jon e Jennifer diventarono amici di Trolsi e Tolsi
e Tom divenne la loro mascotte (a volte facevano toccare la renna agli estranei
però solo quando papà Troll dormiva!).
Tre corde colorate
di Rehman
Un giorno un bambino di nome Luca va in montagna con i suoi genitori.
Lì Luca
trova una nuvola da cui scendono tre
corde: una rossa,
una verde
ed una nera. Il ragazzo tira la corda verde e dalla nuvola
scende un mago che può fare di tutto.
I
genitori di Luca si preoccupano del loro bambino. Il ragazzo chiede al mago da
dove sia venuto e quello gli dice che è venuto da un castello magico, gommoso come un mashmellow, un castello che si può mangiare. Quando si mangia il
castello ricresce.
Il mago vuole uccidere Luca perché con tutte
le domande che ha fatto si è seccato.
Il maggior potere del mago è quello di esaudire i desideri degli altri.
Luca dice che vorrebbe che tutto tornasse alla normalità, al momento prima dell’apparizione del mago. E
tutto torna normale.
Ora Luca decide di tirare la corda nera ed immediatamente il cielo
diventa nero, scoppia un terribile temporale con fulmini e tuoni e tanta
pioggia. Il ragazzo e la sua famiglia si
bagnano come pulcini.
Allora
Luca tira la corda
rossa e subito un meraviglioso arcobaleno con tanti colori spunta
nel cielo seguito da un bel sole caldo che li asciuga.
Luca con i suoi genitori tornano a casa
felici e contenti.
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